“Piacenza onori la sua generosità”: l’editoriale del direttore Gian Luca Rocco

24 Gennaio 2025 10:05

Donatella Ronconi insieme a Gian Luca Rocco

Donna straordinaria segnata da una vita costellata di successi e di lutti, imprenditrice brillante e lungimirante, mecenate di artisti, con Donatella Ronconi non se ne va solo una persona che ha segnato oltre quattro decenni di storia piacentina, ma una vera e propria stagione della città. La Presidente, come veniva affettuosamente chiamata in azienda, era capace di illuminare una stanza con la sua sola presenza.

La sua intelligenza acuta riusciva a raggiungere il nocciolo dei problemi, abbinata ad un pragmatismo in grado di rendere ogni sfida non più una montagna, ma una comoda discesa.

Televisione, internet, social, concessionaria pubblicitaria interna: Donatella Ronconi era capace di scorgere il futuro dove gli altri vedevano solo un presente che si stava trasformando già in polveroso passato. Non sono la persona più indicata per parlare del suo lato privato: molti altri l’hanno conosciuta meglio e per più tempo e ne serbano memorie più dettagliate. Di lei mi piace ricordare il sorriso caldo, aperto e certe volte spiazzante. Un’eleganza nei modi e nell’aspetto in grado di illuminarla, come se avesse un riflettore acceso su di lei, irradiandola di luce. La sua ironia, acuta e contemporaneamente bonaria, la rendeva una compagnia memorabile. Come la scorsa estate, quando ci arrampicammo sulle colline della Val Tidone per un’indimenticabile cena in un agriturismo sperduto nella bellezza della provincia. Era presente anche mia figlia che, a 14 anni, si divertì moltissimo, nonostante tre generazioni di differenza. Perché la Presidente, oltre ad una commensale piacevole, aggraziata e divertente, riusciva ad essere un ponte in grado di unire e legare, persino età così distanti.

La sua grandezza è testimoniata dai fatti: praticamente unica donna imprenditrice in un settore, l’editoria, che ha subìto più di ogni altro trasformazioni profonde e irreversibili negli ultimi 40 anni, eppure sempre in grado di garantire una continuità ed un futuro a quella che considerava più di una semplice azienda. Libertà, lo raccontava sempre, era la sua casa, noi la sua famiglia. E non solo perché ci abitava letteralmente dentro, ma perché è tra queste mura che ha trascorso un’esistenza tanto esaltante quanto dolorosa in alcuni passaggi. Libertà era la sua casa, Piacenza, nonostante la nascita cremonese, la sua città. Una città che, forse, non l’ha mai compresa davvero, non attribuendole negli anni né la cittadinanza onoraria né altri premi assegnati negli anni ad altri piacentini illustri e che lei avrebbe certamente meritato.

Fosse solo per il gesto di incredibile lungimiranza e generosità di costituire, alla morte della sua unica erede Enrica, una Fondazione che è un esempio unico in Italia.
Forse sfugge a qualcuno la portata di aver letteralmente donato il quotidiano della città alla città stessa, sottraendolo a interessi puramente privati con un meccanismo partecipativo che vede nel consiglio generale la presenza di tutti gli attori principali della vita piacentina. Un’operazione che verrà certamente studiata, come d’altronde lo è da tempo Libertà, nei libri di storia del giornalismo e non solo. Con la Presidente, dicevamo, se ne va un’epoca. Ma non tramonta la sua visione di informazione: Libertà, la sua casa e la sua famiglia, è pronta ad affrontare tutte le sfide alle quali, per merito suo, arriviamo preparati.

Grazie Presidente per averci regalato, prima di tutto, il futuro.

Gian Luca Rocco

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