Scuola e funzione pubblica: 12mila lavoratori piacentini alle urne per eleggere le Rsu
04 Febbraio 2025 12:00
Con la proclamazione delle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu), si è aperta nei giorni scorsi una procedura che vedrà 12mila lavoratori di Piacenza e provincia andare al voto il 14, 15 e 16 aprile. Stiamo parlando delle lavoratrici e dei lavoratori dei settori pubblici che potranno esprimere il proprio voto per eleggere chi avrà il compito di rappresentarli ai tavoli contrattuali.
Le elezioni coinvolgeranno oltre cento amministrazioni pubbliche, nello specifico i comparti dei ministeri, degli enti pubblici non economici (Inps, Inail, Agenzia delle Entrate), degli enti locali e della sanità, quelli della scuola, della ricerca e dei Conservatori (Afam). “Molte le criticità e le cose da migliorare in questi settori – spiegano Melissa Toscani, segretaria generale Fp Cgil Piacenza, e Giovanni Zavattoni, segretario generale Flc Cgil Piacenza. – Sono elezioni profondamente sentite da lavoratrici e lavoratori: l’ultima tornata elettorale ha registrato una media del 70 per cento di partecipazione, in netta controtendenza rispetto alle elezioni politiche – spiegano – sia nel comparto scuola che negli altri comparti pubblici si è registrato un netto successo della Cgil perché le rappresentanze sindacali sono vicine ai lavoratori e questi rispondono partecipando a percorsi che rappresentano la vera essenza della democrazia della Costituzione”.
“Per la Cgil il lavoro pubblico rappresenta un investimento a garanzia dei diritti fondamentali di tutti i cittadini e per questo vogliamo contratti adeguati – spiega Toscani – Il recente Ccnl delle funzioni centrali firmato da Cisl, Flp, Confsal-Unsa e Confintesa con una maggioranza strettissima va invece nella direzione di tagliare i costi diminuendo la spesa per il personale secondo la volontà del governo-datore di lavoro.
I servizi al cittadino, dalla sanità alla giustizia passando per tutti i servizi garantiti dallo Stato e dagli Enti Locali hanno bisogno di personale stabile, formato, valorizzato e riconosciuto. La Cgil e i suoi Rsu vogliono contare sempre di più per tutelare al meglio i i diritti del personale per garantire i diritti dei cittadini”.
Scuola e settori della conoscenza sono sotto finanziati, le retribuzioni sono inadeguate e il precariato è dilagante: “Questi sono problemi che minano il futuro dei lavoratori dell’istruzione e con esso la qualità della didattica e il potenziale di crescita per milioni di bambini e bambine, studenti e studentesse – spiega Zavattoni – Riforme come quelle che coinvolgono la filiera tecnologico-professionale e la revisione dei programmi scolastici, promosse dal ministro Valditara, non sono coerenti con le reali necessità del sistema nazionale d’istruzione, men che meno con quelle di un paese lungimirante. Non possiamo accettare che la scuola venga privatizzata e riportata indietro nel tempo. Le elezioni RSU rappresentano un momento di svolta per rilanciare l’istruzione così come pensata dalle madri e dai padri Costituenti: ascensore sociale, strumento di equità e giustizia”.
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