“Senza Elisa”: da stasera su Telelibertà la docuserie sul caso Pomarelli

16 Febbraio 2025 05:36

È la sera del 25 agosto 2019, un uomo telefona ai carabinieri manifestando preoccupazione per la figlia che da ore non risponde al telefono. È uscita a pranzo con un amico e non ha più fatto ritorno a casa. Quella chiamata arrivava da Borgotrebbia e la voce era quella di Maurizio Pomarelli, in angoscia per la figlia Elisa. Dal grido di aiuto è iniziato un incubo senza risveglio.

Si apre con la registrazione originale di quella telefonata la docuserie in tre puntate, prodotta da Telelibertà e intitolata “Senza Elisa”. Il primo episodio andrà in onda questa sera, domenica 16 febbraio, alle ore 21 sul canale 76.

“La morte di Elisa Pomarelli – afferma il direttore di Telelibertà Gian Luca Rocco – è stato un caso che ha scosso per settimane se non per mesi non solo la nostra provincia, ma l’Italia intera. Ad oltre cinque anni da quella tragica estate, resta il dolore di una famiglia e lo smarrimento di una comunità. Ho pensato a questo documentario come tributo ad Elisa, ma anche per scuotere le coscienze. I femminicidi, purtroppo, sono una piaga della nostra società e questo caso pone interrogativi e dubbi, restano aperte tante domande. Ma credo che se qualcuno può fornire qualche risposta con la delicatezza e l’accuratezza necessarie, è solo chi vive sul territorio e per il territorio vive. Come, in questo caso, Libertà, Telelibertà e i suoi giornalisti e autori”.

DOCUSERIE PRODOTTA DA TELELIBERTA’

“Senza Elisa” è la docuserie che verrà trasmessa da Telelibertà domenica 16 febbraio, domenica 22 febbraio e domenica 2 marzo, con inizio alle 21. Nel documentario intervengono Debora Pomarelli, sorella di Elisa, le amiche Arianna Belforti e Francesca Daria Dallavalle, il capitano dei carabinieri Camillo Calì, l’avvocato Mauro Pontini, lo psicoterapeuta Marco Murgia e i giornalisti del Gruppo Libertà Nicoletta Marenghi, Paolo Marino e Marcello Pollastri. La docuserie è scritta e diretta da Gianfranco Di Silvestro, direttore editoriale Gian Luca Rocco, supervisione tecnica Alessandro Siena, supervisione legale Alessandro Miglioli, operatore di camera e drone Davide Franchini, audio in presa diretta Davide Franchini, musiche Morgan Soares, autore al montaggio Sara Groppi, produzione Gianfranco Di Silvestro e Alessandra Colpo, ricerca e coordinamento editoriale Elisa Malacalza, post produzione Sara Groppi, mastering audio Maurizio Parafioriti, grafiche Alessandra Colpo.  

COPPIA SUL LAVORO E NELLA VITA

Sara Groppi e Gianfranco Di Silvestro, colleghi di lavoro a Telelibertà, nella vita sono marito e moglie e genitori di due bellissime bambine. Il feeling familiare si riflette perfettamente in ambito lavorativo e la docuserie “Senza Elisa” ne è la dimostrazione. Un progetto di qualità che porta principalmente la loro firma, Gianfranco ha scritto e diretto il documentario, Sara si è occupata del taglio delle interviste e del montaggio. Gianfranco Di Silvestro, abruzzese è piacentino d’adozione proprio per Sara che è originaria di Niviano.

Allievo del vincitore di tre premi Oscar Vittorio Storaro, Di Silvestro nel suo curriculum vanta collaborazioni con Rai, Mediaset e Al Jazeera, ha lavorato a stretto contatto con attori quali Giovanna Mezzogiorno, Rocco Papaleo, fino a George Clooney in “The American” e ha girato diversi documentari.

“Avevo seguito il caso Pomarelli ed ero rimasto molto colpito da quanto accaduto. Il mio intento era quello di togliere tutte le sovrastrutture ed essere il più vicino possibile alla verità, so che è un termine abusato ed è un obiettivo complicato, ma questo è quello che ho cercato di fare riportando gli accadimenti per come sono avvenuti.  Per me è un vero onore poter raccontare una storia di grande interesse sociale che potrebbe aiutare soprattutto i giovani a prestare attenzione”. Per Di Silvestro lavorare con la moglie è una garanzia: “Anche a casa ci confrontiamo sulle produzioni, abbiamo collaborato in tante occasioni e mi fido ciecamente del suo lavoro”. Due aspetti hanno colpito profondamente il regista nella realizzazione della docuserie, il primo è stato il dolore lacerante della sorella Debora e il secondo la commozione del capitano Calì nel ricordare il momento in cui ha dovuto comunicare alla famiglia che le speranze erano svanite. 

Sara Groppi ha lavorato a Roma per 14 anni e iniziato la carriera con la classica gavetta sui set cinematografici (“portavo il caffè e andavo a prendere gli attori in auto”) fino a specializzarsi sulla post produzione di documentari, lungometraggi e format televisivi. Tra le esperienze più formative annovera il daily di “X Factor”, “I 4 ristoranti”, i talk politici con Travaglio e Scanzi,  Belve con la Fagnani, “Rosiko show” con Ale e Franz. Diversi i documentari realizzati con Mimmo Calopotresti. 

“Lavorare alla docuserie dedicata a Elisa Pomarelli è stato molto stimolante – spiega l’autrice -, amo il documentario come linguaggio e in particolare trattare tematiche che possono avere uno scopo formativo, soprattutto in una società in cui ci sono problemi di educazione emotiva. L’intento della docuserie non è quello di speculare su aspetti macabri, ma analizzare la psiche dell’assassino per capire cosa può aver portato all’istinto omicida e dall’altra parte ricordare la vittima attraverso le parole affettuose di chi l’ha amata. Questa è stata la mia scelta autorale sui contenuti”. La produzione è stata realizzata internamente da Telelibertà. “E’ stata una sfida molto complessa e altrettanto stimolante – aggiunge Sara Groppi -. Sono stata molto contenta della libertà che ho avuto nel montaggio. Inoltre ritengo che le musiche siano fondamentali e abbiano un ruolo quasi semantico. Non si è mai soddisfatti completamente del proprio lavoro, ma in questo caso posso davvero dire che il prodotto è ben riuscito” conclude. La colonna sonora è firmata da Morgan Soares, 25enne in forza al comparto tecnico di Telelibertà, laureato in composizione in musica elettronica al Conservatorio Nicolini. Non ci resta che sintonizzarci questa sera alle 21 su Telelibertà.  

Gianfranco Di Silvestro e Sara Groppi

LA CRONISTORIA

  • 25 agosto 2019: Elisa Pomarelli pranza al ristorante “Il lupo” di Ciriano con Massimo Sebastiani. E’ l’ultima volta in cui verrà vista in vita. L’operaio 45enne nella stessa giornata si fa vedere in diversi locali della provincia, ma dalla sera fa perdere le proprie tracce. La sua auto con il cellulare a bordo è parcheggiata davanti alla sua abitazione di Campogrande.   
  • 26 agosto 2019: Dopo la segnalazione della scomparsa di Elisa Pomarelli e Massimo Sebastiani iniziano le ricerche, il primo campo base è a Carpaneto, ma dal giorno seguente viene trasferito a Sariano. In quella zona, una donna aveva visto l’operaio la sera precedente mentre camminava da solo con uno zaino in spalla.  
  • 31 agosto 2019 – Svolta nelle indagini. Il fascicolo aperto dalla Procura non è più “sequestro di persona” ma  “omicidio volontario e occultamento di cadavere” a carico di Massimo Sebastiani. Le telecamere di un’azienda lo avevano ripreso mentre entrava con Elisa nel pollaio della sua abitazione di Campogrande e usciva poco con il corpo esanime di Elisa tra le braccia.  
  • 7 settembre 2019: Massimo Sebastiani viene arrestato dai carabinieri a Sariano di Gropparello. Per le ricerche il giorno prima erano arrivati i “Cacciatori di Sardegna”. Il 45enne si era nascosto nell’abitazione di Silvio Perazzi (a sua insaputa), il padre della sua ex fidanzata. Sebastiani accompagna gli inquirenti nei boschi dove aveva nascosto il cadavere di Elisa. 
  • 19 luglio 2021 – Massimo Sebastiani viene condannato a vent’anni di carcere dal Tribunale di Piacenza. Delusione e rabbia per i familiari secondo i quali meritava l’ergastolo. La Corte d’Appello conferma la sentenza il 6 luglio 2022.  
  • 18 gennaio 2025 – Massimo Sebastiani, dal carcere delle Novate, invia una lettera a Libertà nella quale scrive che, a cinque anni di distanza, non sa ancora spiegarsi l’omicidio e invita chi si sente ossessionato da un’altra persona a chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.  

 

 

 

 

 

 

 

 

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