La siccità fa paura. A Nel Mirino le possibili soluzioni: “Servono investimenti”

10 Febbraio 2023 23:00

La siccità continua a fare paura, di questo passo aspettare le piogge primaverili sarà solamente il classico “brodino caldo” che però non risolverà tutti i mali. Servono interventi strutturali e un sistema di razionalizzazione delle acque; alcuni dei possibili rimedi avanzati dagli esperti presenti a “Nel Mirino” andato in onda su Telelibertà. Il direttore Nicoletta Bracchi ne ha parlato con il presidente di Confagricoltura Piacenza Filippo Gasparini, il presidente del Consorzio di Bonifica Luigi Bisi, il vicedirettore di Coldiretti Luca Piacenza, il titolare di Steriltom e Italtom Alberto Squeri e Giuseppe Castelnuovo di Legambiente.

La situazione delle acque locali è peggiore rispetto al 2022 come ha sottolineato Gasparini: “Il Po è al di sotto delle portate di magra degli altri anni, la diga del Molato è sotto del 10 % mentre quella di Mignano è meglio grazie alla neve, molto critica invece la condizione delle falde. La filiera ne risente perché non abbiamo il primo bene a disposizione, è incredibile e siamo in un periodo di decadenza, quello che mi fa paura è che quando il sistema politico lo capirà si troverà un impianto di leggi che sarà un ostacolo a ogni possibile ripensamento”.

Anche secondo Castelnuovo è indispensabile ripensare un intero sistema: “Attendiamo pure le piogge primaverili, ma siamo in una situazione di cambiamenti climatici. Il tema è molto più grande, se c’è qualcuno che pensa al destino dell’agricoltura sono proprio gli ambientalisti, lo siamo fin dagli anni ’90 quando proponemmo uno studio sulle possibili misure da prendere per il fiume Trebbia”. Alcuni possibili rimedi li ha proposti Bisi per ciò che riguarda l’irrigazione: “Per noi è importante l’efficientamento della rete idrica, specialmente nei canali secondari per rialzare le falde e creare una sorta di magazzino naturale per non sprecarla in estate e poterla dare agli agricoltori. C’è anche lo studio di una diga in Val Nure e di un sistema di razionalizzazione, il canale Tavernago-Tuna sarà la spina dorsale di una tubazione per dare l’acqua agli agricoltori anche in estate”.

Non tutto è così negativo, Piacenza ha infatti lodato il grande impegno degli agricoltori: “La nostra agricoltura ha fatto investimenti enormi per rendere più efficiente il sistema idrico, siamo un esempio per province vicine grazie al lavoro degli agricoltori piacentini. Abbiamo però bisogno di colture intercalari per aumentare le biodiversità, anche se è difficile inserirle visto che abbiamo terreni argillosi”. C’è prima da pensare alle eccellenze locali, secondo Squeri c’è “incapacità di programmare una produzione e un piano industriale, non c’è ancora una consapevolezza diffusa del problema in termini strutturali. Parlo in particolare dell’export, l’abbiamo aumentata del 30 % e per la nostra provincia riguarda eccellenze alimentari come vino e pomodoro, faccio fatica a capire perché non si prendano decisioni concrete per promuovere questi prodotti anche dal punto di vista culturale”.

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