Sandro Colombi (Uilpa): ‘Semplificare la P.A. senza il sindacato? Non è la strada giusta’

27 Maggio 2021 18:30

In questi giorni l’attenzione della politica e dei media è concentrata sul tema degli appalti pubblici e sui rischi per la legalità che possono derivare da una eccessiva deregulation. Come pubblici dipendenti, condividiamo le preoccupazioni espresse da molti osservatori. Ma la semplificazione non riguarda solo il Codice degli appalti.

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si parla di semplificare le norme in materia di concessioni pubbliche, i procedimenti in materia ambientale e di valutazione di impatto ambientale, le disposizioni in materia di edilizia e urbanistica, di investimenti e interventi nel Mezzogiorno e quelle in materia di corruzione. Le parole usate al riguardo non lasciano dubbi: “L’eccesso di leggi e la loro scarsa chiarezza ostacolano la vita dei cittadini e frenano le iniziative economiche. La semplificazione della legislazione è intervento riformatore essenziale per favorire la crescita del Paese”. Al punto che è stato previsto uno specifico decreto-legge entro la fine di maggio.

Nel PNRR ci sono passaggi che sollevano problemi enormi che non possono non essere oggetto di dibattito pubblico e di confronto con le organizzazioni dei lavoratori delle amministrazioni interessate. Ad esempio quando si afferma: “Vi sono alcune norme di legge che possono favorire più di altre la corruzione. Si rende, dunque, necessario individuare prioritariamente alcune di queste norme e procedere alla loro abrogazione o revisione”.

E quali sono queste norme che possono favorire la corruzione? Il PNRR fornisce alcune indicazioni: “…vanno riviste e razionalizzate le norme sui controlli pubblici di attività private, come le ispezioni, che da antidoti alla corruzione sono divenute spesso occasione di corruzione. È necessario eliminare le duplicazioni e le interferenze tra le diverse tipologie di ispezioni.”

Per capire meglio: di quali ispezioni stiamo parlando? Le ispezioni sulla regolarità dei rapporti di lavoro? Quelle sulla sicurezza degli impianti produttivi? Quelle sulla stabilità dei ponti e dei viadotti?

Semplificare, snellire, razionalizzare: siamo d’accordo. Ma ricordiamoci che già in passato il problema della corruzione e dell’eccessiva burocrazia è stato affrontato con una ricetta che sembrava miracolosa: privatizzare i servizi pubblici. Controlli compresi. Tuttavia i risultati non sono stati così entusiasmanti come ben sanno cittadini e lavoratori.

Negli ultimi anni sui dipendenti pubblici è piovuto un diluvio di norme anti-corruzione, anti-illegalità, anti-tutto. Sarebbe interessante calcolare il numero di procedimenti disciplinari avviati nei confronti di lavoratori della p.a. per violazione di qualche clausola legata all’applicazione di tali norme. Per esempio, quelle sulle incompatibilità. Ma adesso? Per il PNRR “occorre semplificare le norme sulla prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione; e le disposizioni sull’inconferibilità e l’incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti privati in controllo pubblico”.

Su questa base si riformeranno le disposizioni sulla trasparenza, quelle sull’accesso agli atti amministrativi e quelle sulla pubblicazione di atti e documenti sulle piattaforme delle p.a. Eppure fino a ieri ci spiegavano che ogni violazione in tal senso configura illecito disciplinare.

Migliaia di dipendenti della p.a. lavorano ogni giorno nelle strutture amministrative il cui obiettivo è quello di garantire l’osservanza di norme discutibili se non addirittura sbagliate. Una quantità abnorme di risorse umane impegnata in tutte le amministrazioni per soddisfare la caterva di adempimenti collegati alla trasparenza, all’accesso e all’anticorruzione. Per non parlare delle risorse economiche necessarie alla formazione e all’aggiornamento di funzionari e dirigenti su tali complicate materie. Alla luce delle novità in arrivo, possiamo ancora considerarli investimenti produttivi? E poi, come e dove sarà impiegato il personale liberato dall’applicazione delle norme che verranno abrogate?

Se le riforme della pubblica amministrazione smettessero di essere calate dall’alto, ma fossero discusse con i lavoratori e accompagnate dal confronto costruttivo con il sindacato, sicuramente la nostra macchina amministrativa riuscirebbe a funzionare in modo più efficace e spedito. E la nostra p.a. compirebbe finalmente quel salto di qualità che il Paese si aspetta e si merita.

Sandro Colombi, Segretario generale Uilpa

Roma, 27 maggio 2021

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