Come prevenire i disturbi muscolo-scheletrici nei sollevamenti e nelle movimentazioni

01 Novembre 2022 00:00

I disturbi muscolo-scheletrici sono fra i più frequenti che si possono verificare nei lavoratori. Affrontarli nel modo corretto non solo contribuisce a migliorare lo stato di salute dei lavoratori, ma aiuta anche le imprese nell’individuazione delle misure di prevenzione più opportune da attuare. Approfondiamo questa tematica in un’intervista con il Tecnico Dailson Poggi, dell’Area Tecnica Sicurezza, Formazione ed Igiene del Lavoro di Teco srl, che ci illustra come la scienza dell’ergonomia viene declinata nell’ambito della sicurezza sul lavoro.

Quali sono le principali cause dei disturbi muscolo-scheletrici in ambito lavorativo?

“La maggior parte di questi disturbi si sviluppa nel tempo. Difficilmente la causa è una sola, spesso vi concorrono vari fattori di rischio. Esistono fattori di tipo fisico e biomeccanico, ma anche fattori di tipo organizzativo e psicosociale. I fattori di rischio fisici e biomeccanici possono includere le attività di movimentazione dei carichi, specialmente durante le fasi di flessione e torsione, i cosiddetti movimenti ripetitivi agli arti superiori, alcune posture scomode e non ergonomicamente ottimali, l’esposizione al rischio vibrazioni, sia al sistema mano-braccio che al corpo intero, l’esposizione ad ambienti di lavoro freddi. I fattori di rischio organizzativi e psicosociali possono includere un’elevata intensità lavorativa, così come l’assenza di pause o la non possibilità di cambiare la postura lavorativa.”

Quali sono i principi base dell’ergonomia?

“Occorre prima di tutto spiegare che l’ergonomia è una vera e propria disciplina scientifica, che si occupa anche di quelle problematiche correlate al lavoro, in rapporto alla progettazione delle macchine, degli ambienti e dell’organizzazione del lavoro. Il cuore dell’ergonomia è proprio quello di studiare le interazioni uomo-macchine-ambiente di lavoro, al fine di individuare le soluzioni più idonee per rispondere sia alle esigenze della produzione sia alle esigenze psicofisiche dei lavoratori.”

Quali sono le valutazioni ergonomiche più importanti che un’azienda deve prevedere ai sensi del Testo Unico?

“La valutazione più comune è l’analisi dei rischi da movimentazione manuale carichi, intesa come analisi di tutte quelle attività di sollevamento e trasporto manuale, così come delle attività di traino e di spinta. Tipici esempi possono essere le operazioni di movimentazione sacchi, oppure le operazioni di sollevamento manuale che vengono svolte per posizionare o prelevare pacchi o altro materiale da scaffalature. Esiste poi anche un altro ambito molto importante da valutare, quello dei cosiddetti movimenti ripetitivi agli arti superiori. Sono movimenti di pesi di piccola entità, tipicamente sono pesi inferiori ai 3 chilogrammi, ma svolti in modo rapido e continuativo. Ad esempio le operazioni di cernita nelle linee di inscatolamento, i movimenti che fanno le cassiere nei supermercati, oppure operazioni effettuate velocemente in una catena di montaggio.”

E in ambito sanitario?

Anche in ambito sanitario il rischio ergonomico è da prendere in seria considerazione. In tutte quelle strutture di tipo ospedaliero oppure socio-assistenziale, sia di natura pubblica, sia di natura privata, la movimentazione dei pazienti, collaboranti o non collaboranti, può causare agli operatori socio sanitari ad esempio problemi importanti alla schiena e quindi avvalersi degli opportuni ausili è ormai diventato indispensabile. Anche in questo particolare settore esistono indici di rischio specifici che devono essere valutati.

Le valutazioni dei rischi correlati alla movimentazione nei diversi comparti di cui abbiamo parlato sono oggettive oppure soggettive?

“Sono molto oggettive, perché i calcoli vengono effettuati sulla base di metodologie riconosciute proprio anche dal Testo Unico Sicurezza, osservando le postazioni di lavoro ed alcune loro determinate caratteristiche, in termini di distanze, angolazioni, altezze e dimensioni dei pesi da movimentare, lunghezza di percorsi e pesi dei carichi spostati. Si effettuano delle vere e proprie misurazioni, da inserire poi all’interno di software di calcolo, che tengono conto anche dei fattori attenuanti, ad esempio il numero e la durata delle pause durante il turno lavorativo, la presenza o meno di una giusta presa di un carico, una maniglia per esempio. I software restituiscono degli indici che vengono poi ricompresi in fasce, secondo una logica cosiddetta “semaforica”. Ovvero indici in fascia verde sono segno di movimenti ordinari non rischiosi, indici in fascia gialla sono da attenzionare perché sono sintomo di una situazione potenzialmente critica, dove sarebbe bene intervenire cercando di migliorare qualche fattore, fino ad arrivare a indici in fascia rossa o viola, che sono segno di situazioni particolarmente critiche, che vanno risolte con una certa tempestività o urgenza.”

Il Medico Competente che ruolo ha in relazione a questa tipologia di rischi?

“Il Medico Competente ha, ed è corretto che abbia sempre, un ruolo centrale all’interno dell’azienda e del suo servizio di prevenzione e protezione, di cui è parte essenziale. A maggior ragione in quelle aziende che, per tipologia di lavorazione e di comparto, possono presentare tale tipo di rischio che può creare problematiche di salute anche importanti nel lungo periodo, considerando anche il fattore dell’invecchiamento della popolazione lavorativa, che è un elemento tutt’altro che trascurabile. Dal punto di vista del rischio ergonomico, alcuni comparti del mondo produttivo sono tipicamente più a rischio di altri. Il medico, nell’ambito delle proprie visite mediche periodiche, può tenere sotto controllo se la situazione di salute dei lavoratori resta stabile o se, con il passare degli anni, subisce alterazioni. Per prevenirli si possono mettere in atto diverse tipologie di misure, ad esempio si possono prevedere limitazioni sul peso da sollevare oppure evitare o ridurre movimenti verso l’alto o verso il basso.”

Ci può fare qualche esempio?

“Indici di rischio medio-alto possono essere mitigati attuando anche misure di tipo organizzativo, che sono possibili intervenendo sui turni di lavoro, sulle rotazioni oppure su una più corretta pianificazione delle pause. Ma devo dire che le misure più efficaci sono quelle di tipo strutturale, sulle macchine oppure sulle linee, ad esempio posizionando degli opportuni manipolatori oppure dei sollevatori, che sono di fatto ausili che possono alleggerire o addirittura sgravare i lavoratori dei compiti più pesanti. Si tratta proprio di riconsiderare l’ambiente di lavoro in una chiave ergonomica, anche da un punto di vista progettuale.”

Immagino si tratti di investimenti importanti…

“Dipende dai casi e soprattutto dalle tipologie di ausili. È importante però anche ricordare che tali tipologie di investimenti rientrano fra quelli tipicamente finanziabili nell’ambito di alcuni bandi di finanziamento pubblico che escono periodicamente; mi riferisco ad esempio ai Bandi ISI INAIL, che l’Istituto emana con una periodicità normalmente annuale. Sono forme di finanziamento a cui possono avere accesso le piccole e medie imprese e che offrono la possibilità di usufruire di contributi economici importanti, anche nella misura del 65% dell’investimento a fondo perduto. È un’ottima occasione con cui si possono apportare importanti migliorie, proprio con il fine di dare beneficio ai lavoratori e all’azienda.”

 

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