Politecnico: in ateneo Sanda Lenzholzer, visiting professor dall’Olanda

26 Aprile 2024 05:00

Con la docente e architetto del paesaggio gli studenti approfondiranno i temi legati all’adattamento climatico urbano

I Dipartimenti del Politecnico di Milano si proiettano sempre più verso l’internazionalizzazione, aprendo le porte a docenti e ricercatori provenienti da tutto il mondo, noti come Visiting Professors e Visiting Researchers. Questi ospiti sono invitati a trascorrere un periodo variabile presso l’Ateneo, contribuendo con il loro sapere alle attività di insegnamento e ricerca. Collaborano attivamente con le strutture didattiche e scientifiche, supportando gli obiettivi strategici dell’ateneo e partecipando anche alla valutazione degli esami e delle tesi accademiche.
La Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano riconosce il valore di queste figure nel contesto dell’istruzione superiore, promuovendone l’importanza per l’internazionalizzazione e lo sviluppo culturale e scientifico dell’ateneo. In questo contesto, incoraggia la permanenza di professori, ricercatori e studiosi di alto profilo, provenienti da istituzioni accademiche straniere, al fine di arricchire l’offerta formativa e di ricerca dell’ateneo, anche attraverso accordi internazionali.
Il Polo Territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano è da tempo un punto di riferimento per i Visiting Professors, soprattutto nell’ambito del corso di laurea magistrale “Sustainable Architecture and Landscape Design” erogato in lingua inglese.
Per il terzo anno consecutivo gli studenti di questo corso hanno avuto modo di analizzare e approfondire un tema diverso, attuale e innovativo, applicandolo alla città di Piacenza, grazie al contributo del corso intensivo di Progettazione Ambientale che ha luogo nelle prime due settimane del mese di giugno. Come negli scorsi due anni, anche quest’anno la docente, ricercatrice, professoressa e architetto del paesaggio Sanda Lenzholzer avrà modo di condividere con gli studenti dell’ultimo anno di Laurea Magistrale tematiche riguardanti l’adattamento climatico urbano attraverso la riprogettazione del paesaggio.
Il cambiamento climatico ha mostrato il suo impatto sempre più frequentemente negli ultimi anni attraverso ondate di calore, siccità e alluvioni. Soprattutto nelle città, influisce sempre di più sulle nostre vite, danneggiando la salute umana (in particolare durante le ondate di calore) e l’ambiente con le sue infrastrutture, gli edifici e le aree naturali (a causa delle inondazioni e delle ondate di calore).
Per prevenire ulteriori danni e creare ambienti più vivibili, dobbiamo adattarci alle nuove circostanze indotte dai cambiamenti climatici e riprogettare le nostre città. Con uno sguardo a lungo termine, dobbiamo anche tenere presente che i cambiamenti climatici continueranno e che dobbiamo anticipare le situazioni future quando adattiamo i nostri ambienti urbani.
Tutti gli ecosistemi sono influenzati dagli interventi progettuali di architetti, urbanisti o paesaggisti che quindi non progettano solo la superficie del terreno o dell’edificio, ma anche l’atmosfera e il ciclo idrologico. Ecco perché l’adattamento climatico urbano implica la riprogettazione integrata dei paesaggi dell’aria, della terra e dell’acqua.
Sulla base di queste nozioni, il corso intensivo si propone di sviluppare e progettare nuovi scenari per la città di Piacenza, partendo dall’analisi delle condizioni climatiche medie degli ultimi 30 anni, concentrandosi in particolare sulla direzione prevalente dei venti e sulla quantità e periodicità delle piogge. Gli studenti quindi, dopo un’attenta analisi di ricerca e sopralluogo, selezionano un punto critico della città di Piacenza e si propongono con una soluzione progettuale volta alla mitigazione del microclima, tenendo conto anche della natura sociale del luogo.
Il prossimo 14 giugno gli studenti iscritti al corso, dopo due settimane di lavoro concentrato, avranno modo di esporre al pubblico i loro risultati presso il Padiglione Nicelli del Campus Arata.

Come la progettazione è in grado di influenzare il clima di una città

È un dato ormai consolidato che molte delle nostre città soffrono di progettazioni che non tengono sufficientemente conto del complesso clima urbano. Tuttavia, in un’epoca in cui la sensibilizzazione ambientale e il benessere delle comunità diventano sempre più centrali, emerge l’importanza di una progettazione urbana intelligente e attenta ai dettagli climatici.
Questo libro, attraverso un’analisi approfondita, dimostra come una progettazione urbana sensibile possa non solo mitigare gli effetti negativi del clima urbano, ma addirittura trasformare la città in uno spazio più confortevole e vivibile per i suoi abitanti.
Il libro si rivolge non solo agli addetti ai lavori, ma anche a tutti coloro che hanno a cuore il futuro delle città: commissari, politici, professionisti e studenti di discipline come progettazione urbana, architettura del paesaggio e pianificazione territoriale.
È un’opera di ispirazione per coloro che si impegnano per una città più sostenibile e vivibile per le generazioni future, che racconta attraverso una panoramica dettagliata le diverse misure che influenzano il microclima urbano, suddivise in categorie riguardanti la temperatura, il vento e le precipitazioni.

Un nuovo volto a Piazza Sant’Antonino

Dopo uno studio approfondito dell’area, cinque studenti del gruppo internazionale hanno sviluppato uno scenario progettuale per Piazza Sant’Antonino, area centrale nel cuore della città di Piacenza.
Un attento studio degli aspetti legati alle condizioni climatiche, tra cui vento e il soleggiamento, ha portato alla luce la necessità di creare zone ombreggiate per la sosta dei cittadini.
Inoltre, le condizioni confuse dei flussi e della circolazione della piazza hanno evidenziato il potenziale per la creazione di zone dedicate ai soli pedoni e altre dedicate alla mera circolazione dei mezzi (prevalentemente autobus e auto dei residenti).
Il lavoro intensivo delle settimane del corso ha portato alla realizzazione di uno scenario di progetto integrato che prevederebbe la suddivisione dell’assetto stradale dalla piazza vera e propria, suddivisa tra l’area di fronte al Teatro Municipale, nella quale un soffitto di tendoni colorati si estende fino all’edificio fronte stante per permettere la creazione di zone ombreggiate, e quella adiacente la Basilica di Sant’Antonino, con la creazione di una piazza dotata di alberature e sedute per la sosta ed il relax.

Il collegamento dalla città al lungo fiume del Po

Intuizioni interessanti sono quelle di altri tre studenti del gruppo internazionale, che ripensano al collegamento pedonale e ciclabile, ormai difficile e non in buone condizioni, dal centro della città di Piacenza al lungo fiume del Po.
Il potenziamento di questa connessione permetterebbe sia ai residenti del centro storico sia ai turisti la possibilità di usufruire di quello che attualmente è l’area del lungo fiume, che consiste in un percorso per la mobilità lenta parallelo al fiume, immerso nel verde con alberi ad alto fusto e arbusti.
Per la realizzazione di scenari di connessione, un ruolo fondamentale lo svolgono i ponti sovrastanti l’area, quello dell’autostrada A21 e quello perpendicolare della Strada Statale 9 Via Emilia che supera il fiume per raggiungere la Lombardia.
Il riutilizzo delle aree sottostanti i viadotti permetterebbe la realizzazione di connessioni sicure e ombreggiate, utilizzabili in tutte le stagioni, grazie anche all’integrazione di vegetazione arbustiva e alla creazione di sedute per la sosta degli utenti.
Un nuovo modo di vivere la città integrando maggiormente il rapporto del centro storico con il fiume Po.

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