Tutte le volte che abbiamo predetto la fine dell’era del petrolio, e abbiamo sbagliato

30 Giugno 2021 13:30

“Il picco della produzione di petrolio verrà presto superato, verosimilmente nel giro di tre anni”. È la previsione shock pubblicata da David White, geologo del centro di ricerca United States geological survey. Nel 1919. “Molti geologi ed ingegneri esperti in materia sostengono che il picco nella produzione di petrolio in questo Paese verrà raggiunto nel 1921 e che presentano delle prove degne di nota secondo cui potrebbe accadere anche prima del 1920”, scrive sempre White. Da allora è passato più di un secolo e non solo il petrolio non si è esaurito, la produzione mondiale non ha ancora raggiunto il suo picco. L’Agenzia statunitense per l’energia stima che la produzione del Greggio dei membri dell’Opec si attesterà su una media di 26,9 milioni di barili al giorno nel 2021, per poi salire a 28,7 milioni nel 2022.

David White si era sbagliato, ma non è di certo stato l’unico ad aver provato a collocare nel futuro il picco della produzione del petrolio e, di conseguenza, l’esaurimento delle riserve disponibili sul pianeta. Per tutto il XX secolo e l’inizio del XXI secolo si sono susseguite innumerevoli previsioni poi rivelatesi errate. Solo due anni dopo, nel 1921, il direttore della Colorado school of mines, Victor Alderson, scriveva sulla rivista dell’università: “L’uomo di mezza età di oggi assisterà nella sua vita al virtuale esaurimento dell’offerta mondiale di petrolio ricavato dai pozzi”, con conseguente sviluppo di nuove tecnologie di estrazione. Nel 1937, interrogato dal comitato degli affari navali del Senato statunitense, il capitano e direttore dell’ufficio “Riserve petrolifere navali” H.A.Stuart dichiarava che il petrolio presente negli Stati uniti sarebbe bastato soltanto per i successivi quindici anni. Il 1956 è però l’anno chiave. Il geologo Marion King Hubbert formula e pubblica quello che sarebbe passato alla storia come “Modello di Hubbert”, ovvero un calcolo matematico che avrebbe dovuto prevedere il picco nella produzione mondiale di petrolio nei decenni a venire. Nella prima versione questo modello affermava che il picco si sarebbe dovuto raggiungere tra il 1965 e il 1971 negli Stati uniti e intorno all’anno 2000 in tutto il mondo. Con un aggiornamento del 1974 il suo modello anticipava persino al 1995 il picco nella produzione, anche in questo caso mancando il bersaglio. I geologi Colin Campbell e Jean Laherrére nel 1998 riprendono il modello di Hubbert provando a raffinarlo ed avanzare previsioni più accurate. I due sottolineano come l’americano si fosse sbagliato nella previsione globale ma non in quella relativa agli Stati uniti, che in effetti negli anni ’70 aveva rallentato fino a stabilizzarsi: “Fatta salva una recessione globale, sembra più probabile che la produzione mondiale di petrolio raggiungerà il suo picco nel primo decennio del XXI secolo”. Poi purtroppo la recessione globale è arrivata davvero, ma solo sul finire del primo decennio, e la produzione di petrolio dopo la crisi ha ricominciato a prendere quota. Sono innumerevoli gli altri tentativi di prevedere la fine dell’era del petrolio che si sono susseguiti nel corso degli ultimi decenni. La verità è che delineare gli scenari futuri dell’oro nero è incredibilmente complicato. Quest’ultimo coinvolge il tasso di crescita del Pil globale, i mutevoli accordi dei Paesi produttori, gli interventi della politica e le tensioni militari, solo per citare alcuni fattori. D’altro canto nessuno degli esperti citati in precedenza poteva immaginare, ad esempio, che gli Stati uniti potessero tornare un giorno ad essere il principale Paese produttore di petrolio al mondo grazie a pesanti investimenti nello shale oil e nel fracking (petrolio ricavato da frammenti di rocce e non dai pozzi convenzionali). Ci si può comunque accontentare con un calcolo più meccanico basato sulle informazioni certamente disponibili. La BP, uno dei giganti mondiali nel settore del fossile, stima che con le riserve disponibili alla fine del 2019 il pianeta potrà continuare ad estrarre petrolio con lo stesso ritmo per i prossimi 50 anni.

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