L’auto volante è più vicina e parla slovacco, lo storico test di Klein Vision

08 Luglio 2021 05:00

Nitra e Bratislava distano circa 70 chilometri in linea d’aria. Si può percorrere il tragitto in auto, circa 90 chilometri imboccando la E58 e prendendo l’uscita a Trnava a circa metà percorso. Nonostante la distanza non proibitiva si possono percorrere teoricamente anche in aereo, sfruttando i due aeroporti. Questione di gusti. Ma da oggi gli indecisi hanno una opzione in più, che poi racchiude entrambe le precedenti: un’auto volante.

Mercoledì 30 giugno la “Aircar” dell’azienda slovacca Klein Vision ha effettuato il suo primo volo ufficiale tra due città, sotto l’occhio vigile di telecamere e stampa proveniente da tutto il mondo. L’auto è decollata – ebbene sì – dall’aeroporto di Nitra, atterrando all’aeroporto della capitale Bratislava circa 35 minuti dopo. Una volta a terra ha richiuso le ali all’interno della scocca ed è uscita nel parcheggio sulle proprie ruote. Così, en passant.

Il video pubblicato dall’azienda che documenta il viaggio “fantascientifico”

Da oltre vent’anni alla rincorsa dell’auto volante

La Aircar è solo l’ultima tappa del lungo percorso effettuato da Stefan Klein, fondatore di Klein Vision, che dalla fine degli anni ’80 progetta prototipi su prototipi  di mezzi su ruote in grado anche di volare. Il primo risale al 1989, l’Aeromobil I, sfociato nell’Aeromobil II, il primo vero modello in grado di muoversi anche sulle proprie ruote (e oggi conservato nel museo dell’aviazione di Košice). La svolta è avvenuta nel 2016 con la creazione di Klein Vision, una società in cui sviluppare in autonomia e in totale libertà i suoi progetti insieme all’amico Anton Zajac. Quattro anni dopo spicca il volo Aircar, all’apparenza un’auto sportiva sbarazzina, in realtà un piccolo aeroplano a quattro ruote. Basta infatti premere un pulsante per convertire in meno di tre minuti l’auto in un velivolo, tramite ali ritraibili e un alettone posteriore semovente.

“L’animazione che mostra la trasformazione da auto a velivolo”

Non c’è nulla di casuale

Il volo di 35 minuti del 30 giugno non è stato un miracolo. L’AirCar ha superato le 40 ore di volo in viaggi di prova, comprendenti anche rigorosi test di manovrabilità. Il mezzo, mosso da un motore Bmw da 160 cavalli alimentato con regolare carburante da stazione di servizio, ha volato ad una altezza di 2.500 metri con una velocità di crociera di 190 chilometri all’ora. Per avere simili performance c’è però una limitazione, dato che il peso massimo consentito per i passeggeri a bordo è di soli 200 chilogrammi L’azienda sta comunque già lavorando ad un secondo modello, equipaggiato con un motore da 300 cavalli, una velocità di crociera di 300 chilometri all’ora e una autonomia di 1.000 chilometri. Per guidarla oltre alla patente servirà anche un brevetto da pilota. Questi modelli non sono ancora stati messi in commercio ma Klein Vision conta di riuscirci nei prossimi anni, e comunque nessun prototipo di auto volante fino ad oggi era riuscita ad avvicinarsi tanto al mercato.

“Stefan Klein a spasso per Bratislava con la sua auto volante, appena atterrata nel vicino aeroporto”

C’è mercato per un prodotto simile?

Stando ad un rapporto di Morgan Stanley del 2019 sì, eccome. Il colosso finanziario sottolinea come gli investimenti nei velivoli autonomi sta accelerando, con “implicazioni per il futuro del trasporto di privati, applicazioni di difesa e militari e trasporto di merci”. Per la precisione Morgan Stanley parla di un potenziale mercato da 1.500 miliardi di dollari da qui al 2040. “L’intersezione di varie tecnologie, come le batterie ultra-efficienti, sistemi automatici e avanzati processi manifatturieri stanno aprendo la strada alle attività in questo campo”, commenta Adam Jonas, capo della squadra di ricerca sulle auto e la mobilità condivisa di Morgan Stanley. È dello stesso avviso anche il socio di Stefan Klein, Anton Zajac: “Ci sono circa 40mila ordini di velivoli solo negli Stati uniti, se ne convertiamo il 5% ci ritroviamo per le mani un grande mercato”.

Due storici prototipi del passato

Il primo tentativo di fondere aeroplano e automobile risale al 1917. In quell’anno Glenn Curtis, uno dei pionieri della aviazione statunitense, realizzò un prototipo unendo un triplano Curtiss model L con la scocca di una Ford Model T. All’interno tre posti a sedere, con un motore a propellente da 100 cavalli. Le ali dell’aereo potevano essere staccate quando non necessarie, tornando a guidare una classica auto a quattro ruote. Si dice che il modello fosse riuscito a sollevarsi da terra, senza però mai spiccare davvero il volo. Il progetto venne accantonato.

Un altro dei prototipi più noti di auto volanti d’epoca è la Convair Model 118. Risale al 1946, ed era composta da una comunissima auto biposto da 26 cavalli (con motore posteriore) a cui potevano essere applicati propulsore ed ali di un monoplano mosso da un motore indipendente da 90 cavalli. La Convair riuscì effettivamente a spiccare il volo, effettuando ben 66 test di volo. Uno di questi è stato immortalato in una fotografia, scattata nei cieli sopra San Diego, in California, nel novembre del 1947. Stando alle ricostruzioni (l’autore di testi in materia John Wegg e un articolo d’epoca del New york times) tre giorni dopo il primo volo, il 18 novembre 1947, l’auto volante fu costretta ad un atterraggio di emergenza durante un’uscita dimostrativa di un’ora (perché aveva esaurito il carburante del motore dell’aereo). Nell’impatto il prototipo venne danneggiato gravemente (e ricostruito in tre mesi) mentre il pilota ne uscì con soltanto alcune ferite leggere.

Quindi sì, forse l’Aircar di Klein Vision non è ancora stata commercializzata, e qualcuno sostiene non lo sarà mai, ma è innegabile che vi siano stati passi avanti. E che l’ingegno umano nell’ultimo secolo sia riuscito ad avvicinare sempre più la fantascienza alla realtà.

 

“Doc, ci vuole più rincorsa. Non c’è strada sufficiente per arrivare a 88 miglia”. “Strade? Dove andiamo noi non c’è bisogno di strade!” (Ritorno al futuro)

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