Crowdfunding, la vecchia raccolta fondi nel nuovo mondo di internet

04 Agosto 2021 06:00

In breve:

  • Il crowdfunding permette di raccogliere finanziamenti grazie a piccole donazioni di un ampio numero di utenti
  • L’Italia è stato il primo Paese europeo a “regolamentarlo” nel 2012
  • L’esempio recente di Crédit agricole, 180mila euro per undici progetti sostenibili
  • I fan di “Veronica Mars” hanno finanziato in questo modo il film tratto dalla serie

Martedì 2 agosto Crédit agricole ha annunciato di aver raccolto 180mila euro per undici progetti italiani legati all’Agenda 2030, finalizzati a potenziare l’educazione di qualità e ridurre le disuguaglianze. Lo ha fatto tramite crowdfunding, ovvero una delle più popolari fonti di finanziamento alternative nata e letteralmente esplosa nel corso dell’ultimo decennio. Vediamo di cosa si tratta e quali cifre smuove in Italia.

Anzitutto, cos’è il crowdfunding?

Crowdfunding è chiaramente una parola di origine anglosassone, composta a sua volta da “crowd” (folla) e “funding” (finanziamento). In italiano potrebbe essere tradotto con “raccolta fondi aperta a tutti”. Effettivamente a dirla così sembra che non ci sia nulla di nuovo. Le raccolte fondi esistono da sempre e prevedono che la popolazione versi un proprio contributo volontario per una certa causa. Si passa dall’associazione benefica ad una colletta per il regalo ad un amico o un collega. Tuttavia il termine “crowdfunding” nell’ultimo decennio ha assunto sempre più il significato di raccolta fondi effettuata attraverso internet per il finanziamento di progetti innovativi o nuove imprese. Una sorta di metodo alternativo per raccogliere i capitali necessari a tramutare un’idea in un risultato finito, alternativa al classico prestito bancario che coinvolge una moltitudine di micro-finanziatori interessati. Per i più esigenti ecco la definizione fornita dalla Consob: “Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (“folla” o crowd) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa.”

Di crowdfunding ce n’è di tutti i tipi

Con gli anni questa forma di finanziamento ha assunto le sfumature più diverse. C’è ad esempio l’equity crowdfunding, dove chi dona i capitali all’impresa richiedente sottoscrive anche una quota del capitale di rischio della società. Un po’ come acquistare delle azioni: si spera che guadagnino valore, nel caso in cui l’azienda generasse degli utili potrebbero garantire dei dividendi (quote degli utili) ma se gli affari dovessero andare male i soldi versati faranno la stessa fine dei capitali dell’azienda, ovvero “bruciati” e persi per sempre. Diverso è il caso del lending crowdfunding, in cui i capitali sono veri e propri prestiti all’azienda che sta cercando di far decollare un progetto. In questo caso l’azienda debitrice non avrà un solo creditore (la banca che concede il prestito) ma centinaia se non migliaia di piccoli creditori che hanno deciso di dare fiducia al progetto, in cambio della restituzione della cifra prestata incrementata di un certo tasso di interesse. Il crowdfunding può anche assumere la forma di una “ricompensa non finanziaria” per chi dà il proprio contributo (invece di ricevere parte dei futuri guadagni dell’azienda si potrà ricevere un esemplare del prodotto che si è contribuito a far produrre) ma anche la semplice donazione, in cui chi versa i propri soldi non si attende nulla in cambio.

L’Italia è da sempre in prima linea (perlomeno nel settore equity)

L’Italia fu il primo Paese europeo a dotarsi di una normativa specifica sul crowdfunding. Accadde con il “Decreto crescita 2.0” del 2012 sebbene il legislatore si fosse limitato alla versione “equity” di questo tipo di raccolta fondi. In questo campo l’Italia è seconda in Europa con 67 milioni di dollari complessivamente raccolti nel 2020, dietro all’irraggiungibile polo finanziario del continente, il Regno unito (549 milioni). Tuttavia l’Italia lascia dietro di sé la Spagna (55 milioni) e la Germania (49 milioni).

Allargando invece lo sguardo al settore crowdfunding complessivo, l’Italia negli ultimi anni ha registrato un incremento esponenziale del suo mercato. Secondo le stime di Starteed nel 2015 il valore complessivo si fermava a 65,6 milioni di euro, esploso a 442,7 milioni di euro cumulati nel 2019 fino a toccare i 778,8 milioni di euro nel 2020. Insomma il mercato del crowdfunding, in tutte le sue sfumature, prende piede sempre più anche in Italia, Paese tradizionalmente “bancocentrico” e tradizionalista sul fronte dei finanziamenti.

Altre stime autorevoli giungono dagli Osservatori Efi del Politecnico di Milano. Stando al più recente rapporto da loro pubblicato sarebbero i prestiti alle aziende a primeggiare per cifre complessive raccolte, seguite dall’equity (azioni, o meglio “porzioni” del capitale dell’azienda). Seguono infine i prestiti ai privati e, all’ultimo posto, i “minibond”.

Il recente esempio di Crédit agricole

Uno degli esempi di crowdfunding portato avanti da realtà istituzionali è “Crédit agricole for future”, organizzata appunto da Crédit agricole. Si tratta di una iniziativa dedicata alla raccolta di fondi destinati a progetti tesi al raggiungimento di alcuni obiettivi della Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In particolar modo l’educazione, l’inclusione e la riduzione delle disuguaglianze. La banca ha selezionato undici dei progetti che si sono candidati e ha permesso loro di essere visibili sul portale “crowdforlife”. Nei tre mesi in cui sono stati esposti i progetti hanno raccolto 80mila euro complessivi. L’iniziativa prevedeva poi un intervento di Crédit agricole stessa, che ha raddoppiato e integrato la cifra portandola a 180mila euro.

Gli esempi più clamorosi all’estero

Tra i casi più eclatanti di prodotti finanziati tramite crowdfunding si ricorda Oculus, il visore per la realtà virtuale comprato da Facebook nel 2014 per 2 miliardi di dollari. Quel prodotto nacque grazie ad una raccolta fondi sul web tramite il celebre sito Kickstarter (in cui è possibile proporre la propria idea di prodotto e cercare finanziamenti presso gli utenti), dove i fondatori della società nel 2012 chiesero alla rete un contributo di soli 250mila dollari per avviare la produzione del proprio visore. In circa quattro ore gli utenti risposero con donazioni da 2,4 milioni di dollari complessivi.

“Il video di presentazione di Oculus registrato per Kickstarter”

Si potrebbe citare poi Glowforge, la stampante 3D a “basso costo” destinata ad un pubblico “domestico” che in un solo mese raccolse quasi 28 milioni di dollari di donazioni nel 2015. Grazie al crowdfunding il popolo del web riuscì anche a rilanciare una serie televisiva precedentemente cancellata: raccogliendo quasi 6 milioni di dollari su Kickstarter “Veronica Mars”, uscita dai palinsesti nel 2007, tornò sugli schermi con un film nel 2014 e, sull’onda del successo, una nuova stagione nel 2019.

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