Dal G20 di Roma nessun passo avanti sul clima, ora tocca a COP26

01 Novembre 2021 06:00

In breve:

  • Il G20 di Roma si è chiuso senza passi avanti sulla lotta al cambiamento climatico
  • Solo impegni generici sulla neutralità climatica e una conferma dell’Accordo di Parigi (stretto nel lontano 2015)
  • La giornata inaugurale di Cop26 con la dichiarazione di intenti del presidente Alok Sharma
  • Glasgow è chiamata a invertire l’inerzia delle trattative

Il G20 di Roma si è chiuso con un sostanziale nulla di fatto sul clima: i leader delle venti potenze economiche mondiali hanno ribadito gli impegni dell’Accordo di Parigi evitando però di citare il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Boris Johnson, premier del Regno unito, e Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, si sono detti a loro modo delusi in vista della Cop26 di Glasgow che, proprio ieri, ha visto svolgersi la sua giornata preliminare.

L’inaugurazione di Alok Sharma

Ad Alok Sharma, il presidente della Cop26, è toccato il compito di aprire le quasi due settimane di conferenza. Sharma nel gennaio 2021 aveva lasciato il suo posto da “Segretario di Stato” del Regno unito (il nostro ministro degli Esteri) per poter ricoprire la posizione di presidente della Conferenza delle parti a tempo pieno. È lui ad avere la responsabilità pratica oltre che politica di spingere per il raggiungimento di un accordo tra tutti i Paesi partecipanti alla conferenza.

“Sono conscio della responsabilità che è sulle mie spalle in questo ruolo e non sottostimo la sfida”, ha dichiarato Sharma. “Il rapporto dell’Ipcc firmato da 190 Paesi indica in maniera unanime che l’attività dell’uomo è stata la causa del riscaldamento globale […] L’intervallo di tempo in cui è possibile intervenire per mantenere l’aumento della temperatura a 1,5 gradi si sta chiudendo”. Poi le grandi speranze sul risultato della conferenza: “Sappiamo che questa COP, COP26, è l’ultima  nostra grande speranza di mantenere il tetto dell’1,5 di aumento della temperatura rispetto all’era pre-industriale”.

Nel mentre il G20 di Roma si è dimostrato fiacco

Mentre sembra aver tenuto l’accordo sull’aliquota minima globale, la diplomazia del clima al G20 non ha portato ad una dichiarazione risoluta e netta. Nelle conclusioni firmate dai leader dei Paesi, infatti, si afferma infatti un ulteriore rinnovo degli obiettivi contenuti nell’Accordo di Parigi del 2015. Quali sono? “Mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi e spingere per limitarla a 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali”. Insomma niente di nuovo rispetto a quanto non fosse già sancito da precedenti accordi.

Nel documento conclusivo viene citato anche l’obiettivo della neutralità climatica entro “metà secolo”: “Riconoscendo la rilevanza chiave del raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra o la neutralità carbonica intorno alla metà del secolo”. Quell’espressione “intorno alla metà del secolo” è stata letta dagli analisti come un impegno debole e indefinito, una sorta di tentativo di mettere d’accordo tutti e venti i rappresentanti dei rispettivi Paesi. Russia e Cina infatti avrebbero spinto per spostare questo obiettivo al 2060, più che al 2050 voluto dagli altri Paesi europei. Insomma anche qui non una buona presentazione in vista di Cop26.

Confermato l’addio al carbone

Da rilevare, all’interno delle conclusioni, la conferma dell’addio all’impiego del carbone per la produzione di energia elettrica. Nel documento si legge: ”Coopereremo sullo sviluppo di tecnologie rinnovabili e a zero emissioni, inclusa la bioenergia sostenibile, per permettere una transizione verso sistemi di generazione dell’energia a bassa emissione”. “Questo – continuano i leader – permetterà anche a quei Paesi che si impegnano di cessare di investire in nuova capacità elettrica legata al carbone di attuare la transizione nel più breve tempo possibile”. Il fatto di aver sottolineato proprio il carbone tra tutte le risorse non rinnovabili può essere letto come un chiaro messaggio alla Cina (che comunque aveva già in programma una uscita dal carbone nel lungo termine) ma anche alla Germania, ultima grande potenza europea a fare ancora consistente affidamento sulle centrali a carbone.

La delusione di Guterres e Johnson

Antonio Guterres ha affidato a Twitter il proprio disappunto riguardo le conclusioni del G20: “Mentre accolgo favorevolmente l’impegno del G20 per il raggiungimento di soluzioni globali, lascio Roma con le mie speranze disattese – ma perlomeno non sepolte. Ora sguardi alla Cop26 a Glasgow per difendere l’obiettivo degli 1,5 gradi e implementare le promesse sulla finanza e l’adattamento per le persone e il pianeta”.

Boris Johnson, premier del Regno Unito (che ospita Cop26), avrebbe dichiarato: “Questi impegni sono gocce in un oceano che si sta scaldando rapidamente”. Aggiungendo, infine: “Se fallisce Glasgow, l’intera sfida fallisce”. Non esattamente un commento ottimista per la Conferenza delle parti.

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