Euro e Bitcoin compiono gli anni: le principali differenze tra le due valute

05 Gennaio 2022 06:00

Sono passati tredici anni da quanto il primo bitcoin è stato generato dal creatore Satoshi Nakamoto, ma anche vent’anni dall’introduzione dell’Euro: due compleanni, due valute ma soprattutto due mondi lontani con tante differenze

Lo scorso 3 gennaio Bitcoin ha compiuto tredici anni di vita. Il 3 gennaio 2008 infatti Satoshi Nakamoto, mente o collettivo ignoto dietro al protocollo Bitcoin, generava (o meglio “minava”) il primo Bitcoin in assoluto. La criptovaluta più celebre e diffusa del mondo non solo sopravvive ma continua ad evolvere, conquistando anno dopo anno sempre più terreno anche nel mondo della finanza tradizionale. È notizia di pochi giorni fa infatti l’annuncio di Banca Generali riguardo l’integrazione dei portafogli bitcoin all’interno del proprio portale di Home Banking. Un evento da segnare sia per l’importanza dell’istituto di credito, sia per l’agevolazione con cui chi è interessato potrà detenere la criptovaluta.

Nel frattempo, il primo gennaio scorso l’euro ha compiuto vent’anni. A Capodanno cadeva infatti l’anniversario della conversione definitiva delle Lire in Euro, la valuta comune “europea” (anche se comprende solo 18 Paesi).

Sì, ma che differenza c’è tra Euro e Bitcoin?

Una è una valuta FIAT, l’altra una criptovaluta

No, non c’entrano auto e motori. Una valuta “Fiat” è una moneta cartacea che ha “corso legale” all’interno di un certo Stato e quindi può essere utilizzata come mezzo di pagamento. Il corso legale viene anche definito “forzoso”, in quanto nessuno può rifiutarsi di accettare una moneta Fiat come mezzo di pagamento. Ad esempio, un bar non potrà rifiutarsi di accettare un euro in moneta per l’acquisto di un caffè. La moneta a corso legale è solitamente anche quella con cui lo Stato richiede il pagamento di tasse e imposte (se richiedesse il pagamento in sacchi di grano tutti preferirebbero avere il grano, piuttosto che banconote).

Con le criptovalute è diverso

Bitcoin non è una moneta a corso legale (a El Salvador sì, ma è un’altra storia), figurarsi una valuta cartacea. Bitcoin è anzitutto un protocollo creato dall’ormai leggendario Satoshi Nakamoto (padre ignoto di Bitcoin) che utilizza la tecnologia blockchain. I bitcoin esistono infatti “soltanto” sul registro virtuale e condiviso tra tutti gli elaboratori connessi alla rete.

Chi emette gli Euro? E chi i bitcoin?

L’Euro come ogni valuta “Fiat” tradizionale viene emessa da una banca centrale. Nel suo caso la Bce, la Banca centrale europea. Lei è l’istituzione presso la quale le banche commerciali detengono un conto ed è sempre lei che “crea” o “distrugge” valuta a suo piacimento, a seconda delle necessità del mercato. In termini eleganti questa si definisce “politica monetaria”. Ma è sempre la Bce a far funzionare concretamente la moneta unica: la Bce regola gli scambi di moneta tra una banca e un’altra e processa i pagamenti che ogni giorno vengono effettuati.

Bitcoin invece è invece un protocollo che si basa su un registro decentralizzato (la blockchain). Per definizione quindi non ha un padrone e nemmeno una autorità centrale che ne regola il funzionamento. Il numero massimo di Bitcoin è già stato determinato al momento della sua creazione (circa 21 milioni) e periodicamente vengono emessi nuovi “gettoni” come premio per l’attività dei “miner”. Sono loro che fanno funzionare la rete Bitcoin, verificando di volta in volta le transazioni, impacchettandole in nuovi “blocchi” (da qui blockchain, catena di blocchi) e incollandole alla catena già esistente. Un processo forse poco intuitivo, ma che potrebbe rappresentare il futuro non solo della finanza ma anche dei sistemi di garanzia e certificazione.

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