Scorte di gas al minimo storico, cosa controllare per prepararsi alle prossime bollette

17 Gennaio 2022 06:00

Le riserve europee di gas sono scese sotto il 50% circa tre settimane prima del solito, registrando un nuovo record. Ecco cosa tenere d’occhio per capire quanto saranno salate le bollette di gas e luce di primavera

L’impatto delle bollette comincia a farsi pesante per le famiglie e le imprese italiane: diversi mesi dopo i segnali sui mercati all’ingrosso i rincari si sono scaricati sulle utenze. È bene allora osservare l’andamento di quegli stessi mercati oggi, per comprendere cosa ci attende nei prossimi mesi. Purtroppo nulla di buono, tra scorte ai minimi e incapacità dell’Europa nell’approvvigionarsi di gas, specialmente dalla tratta russa.

L’effetto “USA” si è già esaurito

All’inizio dell’anno l’arrivo di una flotta di navi gassiere dagli Stati Uniti aveva dato sollievo alle risicate riserve europee di gas. In pratica navi contenenti gas metano liquido avevano venduto al continente europeo una certa quantità di gas, attratte dai prezzi record offerti dai compratori europei fornendo così supporto a degli stoccaggi in grave difficoltà.

I dati sono ben visibili dal database europeo. Tra il 16 dicembre e il 16 gennaio 2022 le scorte sono scese quasi ogni giorno tra lo 0,3% e lo 0,8%: l’economia europea ha consumato molto più gas di quanto non ne sia riuscita ad importare. Tranne in alcuni giorni, tra il 31 dicembre e il 2 gennaio, in cui le riserve hanno registrato una variazione positiva. In concomitanza delle importazioni extra di gas il prezzo all’ingrosso del metano in Europa aveva tirato un sospiro di sollievo. Purtroppo temporaneo.

Gas in saldo, ma solo per un paio di giorni

Il prezzo del gas sul mercato italiano, dopo essere sceso finalmente sotto i 65 euro al Megawattora, è rapidamente tornato su livelli record, affacciandosi anche oltre i 90 euro al MWh.

Questo perché la discesa dei prezzi era legata a fattori prettamente circoscritti e temporanei. Le spinte rialziste restano, e con loro le quotazioni record. Un problema per le aziende ma anche per le bollette. Le tariffe di primavera infatti risentiranno ancora una volta di questi prezzi: servirebbe un evento eccezionale, di una portata tale da comprimere i prezzi considerevolmente, per poter sperare in una tregua in bolletta a partire dal secondo trimestre 2022

Scorte già sotto il 50%

Un elemento su tutti da considerare (e che gioca contro la possibilità di un taglio di prezzo) sono le scorte ai minimi storici. La scorsa settimana infatti gli stoccaggi europei sono scesi sotto la soglia psicologica del 50% di capacità complessiva. Dall’inizio delle rilevazioni non era mai accaduto tanto presto e il confronto con le rilevazioni del 15 gennaio degli anni scorsi testimoniano un livello di scorte pesantemente inferiore alla media. Se il 15 gennaio 2022 è rimasto solo il 47,6% del gas, nel 2021 il livello era al 62,5%, nel 2020 all’81,4% e nel 2019 al 63,1%.

Italia e Spagna se la passano meglio

La situazione varia da Paese in Paese. In questo senso Italia e Spagna sono meglio equipaggiate rispetto alle altre principali potenze del continente. Le riserve italiane sono ancora superiori al 58%, quelle spagnole addirittura attorno al 65%.

Male invece la Francia con poco più di 48% e la Germania che si avvicina pericolosamente al 46%. Un problema sia di breve che medio termine. In caso di temperature rigide ed escalation tra Russia e Ucraina le riserve potrebbero infatti non bastare a coprire il fabbisogno sino all’arrivo della primavera (scenario catastrofico ma da non escludere). Il problema riguarderà anche il prossimo inverno: se l’approvvigionamento di metano non recupererà i livelli tradizionali pre-Covid, gli stoccaggi europei faticheranno a riempirsi in vista del prossimo inverno, ripresentando la stessa crisi anche nel 2023, con ovvie conseguenze in termini di bollette e costi energetici.

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