Riserve di gas, l’Europa supererà l’inverno ma l’allarme ora si sposta al 2023
01 Febbraio 2022 06:00
Anche nello scenario più pessimista gli stoccaggi di metano basteranno fino all’inizio di aprile, ma la domanda ora è: l’Europa riuscirà a riempire le riserve in tempo per l’inverno del 2023?
Le scorte di gas europee sono esigue e ai minimi storici. Non una novità nell’anno della crisi energetica. Sebbene la dinamica sia leggermente migliorata nel corso del mese di gennaio, grazie soprattutto alle importazioni di gas metano liquido esterne alla tratta russa, la situazione resta critica. Non solo per l’anno corrente ma anche per il prossimo autunno.
Scorte ai minimi storici
Per come si erano messe le cose all’inizio della stagione fredda non era affatto scontato che le riserve europee di gas sarebbero bastate. Le importazioni ai minimi storici e gli elevati consumi di gas (con un inizio di stagione da basse temperature) avevano infatti posto il continente in una grave situazione.
Le scorte europee di gas al primo febbraio 2022 sono inferiori al 38%. Bisogna tornare al 2017 per un anno con condizioni simili. Una annata in cui, comunque, all’inizio di febbraio le scorte erano ancora superiori al 40%.
L’altra cattiva notizia è che raramente l’Europa si è trovata nella fase finale dell’inverno con un livello così esiguo di gas. Sempre nel 2017, altro anno in cui le riserve erano state messe alla prova, si è giunti alla fine di marzo con meno del 18% della capacità residua. Un livello basso, dopo il quale il continente ha ricominciato a prepararsi per l’inverno del 2018. Nonostante gli sforzi, l’Europa si è trovata a novembre 2017 con l’89% delle riserve: una percentuale alta ma lontana dalla piena capacità.
Supereremo l’inverno?
Alla domanda “Supereremo l’inverno?” si può ormai rispondere con “Quasi sicuramente sì”. Basta prendere lo stato delle riserve degli ultimi mesi e provare a simulare l’andamento del consumo nel corso dei prossimi mesi.
Sono tre gli scenari previsti. La linea tratteggiata viola rappresenta lo scenario “ottimista”, basato sul consumo medio delle riserve del periodo febbraio-marzo 2021. In questo caso si potrebbe giungere a fine marzo 2022 con il 17% delle riserve residue. In uno scenario intermedio, calcolato con il consumo medio di dicembre 2021, le riserve europee scenderebbero al 12,40%. Nello scenario pessimista (ed estremo) si ipotizza invece che l’Europa consumi le proprie riserve al ritmo di gennaio 2022. Anche in questo caso improbabile le riserve scenderebbero al 7,73%. Un livello critico per alcuni Paesi del nord (perché essendo una media alcuni Stati si ritroverebbero con quantità addirittura inferiori) ma ancora superiore allo zero.
Quale di questi tre scenari è più probabile?
Tra le tre eventualità si può escludere quelle più pessimiste. A dirlo sono i dati stessi, che potrebbero riavvicinarsi alla media storica verso la fine di febbraio.
European #natgas stores are around 4bcm below their previous low for the time of year, but have shrunk the gap from over 9bcm at the start of 2022.
Assuming the 2022 average rate continues, stocks should be back within their 2015-2021 range around 20 February.#ONGT #LNG pic.twitter.com/4mUNVKKb8U
— Thomas Rodgers (@TomLRodgers) January 31, 2022
Ciò significa che dopo mesi davvero critici l’Europa dovrebbe poter tirare un sospiro di sollievo, anche se con condizioni decisamente diverse rispetto al solito: i prezzi del gas sono fuori scala e le tensioni geopolitiche con la Russia (sospensione del Nord Stream 2) non lasciano presagire nulla di buono nel breve termine. Il prossimo inverno per l’Europa sarà tanto meno problematico quanto più in primavera ed estate gli Stati saranno in grado di approvvigionarsi di gas e riempire le riserve prima dell’inverno.
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