Come cambia l’alimentazione degli italiani: cibo più sano, carrello più green

16 Febbraio 2022 06:00

La pandemia ha impattato anche sulle abitudini degli italiani a tavola: due indagini analizzano le nuove tendenze alimentari dei ragazzi e come si riflettono sulla spesa famigliare

Il futuro del pianeta passa anche dalle nostre mani. E ancora di più dalle nostre tavole, verrebbe da dire: l’alimentazione è infatti uno degli argomenti più dibattuti in merito alla questione ambientale.
Questo perché il cibo che consumiamo non solo necessita di spazio, lavoro ed energia per essere coltivato, allevato o creato, con filiere a volte piuttosto lunghe, ma è anche il suo essere messo in commercio che spesso viene messo in discussione: si parla di modalità e mezzi di trasporto, packaging, stagionalità, e tanti altri “ingredienti”.

Adolescenti più attenti al modo di alimentarsi
Ciò che è certo che sempre più consumatori, e per la maggior parte di giovane età, fanno più attenzione, rispetto al passato, al proprio modo di alimentarsi, scegliendo cibi e a volte persino regimi alimentari in linea con la propria volontà di aiutare la società a proteggere questo nostro pianeta.
È doveroso analizzare quanto anche la pandemia abbia cambiato le abitudini degli italiani “a tavola”: si è parlato tanto del ritrovato piacere di riunirsi con tutta la famiglia per i pasti principali, della rinnovata gioia del cucinare il proprio cibo, dell’interesse verso la provenienza e la storia del cibo che mangiamo.

I dati dell’Emilia Romagna
E anche delle proprietà nutrizionali di questo cibo. Questi dati emergono da una ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ANBI Emilia Romagna, Consorzio di Bonifica di Piacenza e CREA, la prima a livello nazionale in questo senso: “Food Mood, il monitoraggio sui nuovi atteggiamenti degli adolescenti nei confronti del cibo, nell’era del Covid-19”.
Lo studio ha coinvolto 482 studenti di 14-19 anni, delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna con l’obiettivo di capire se e in che modo è cambiata l’alimentazione dei giovani durante la pandemia. Il progetto continuerà nei prossimi 3 anni e indagherà altri aspetti del rapporto tra giovani e alimentazione.

I ragazzi chiedono, la GDO risponde
Tra i cambiamenti che hanno migliorato l’alimentazione degli adolescenti c’è la diffusa propensione al “salutismo” alimentare (2 adolescenti su 3 hanno iniziato a scegliere cibi con meno grassi, meno zuccheri, meno sale e/o hanno ridotto la quantità complessiva di cibo consumato).
E se i ragazzi di casa chiedono cibo più salutare, ecco che i genitori rispondono affermativamente, riempiendo il carrello di prodotti più “green”. E visto che queste sono le richieste del mercato, anche le aziende del food puntano sempre più spesso su questi aspetti.

Osservatorio Immagino, decima edizione
Un’altra indagine delinea queste nuove tendenze della Grande Distribuzione Organizzata: è l’edizione 2021 dell’Osservatorio Immagino, che ha rilevato ben 35 indicazioni “green” leggibili sulle etichette di oltre 30 mila prodotti venduti in supermercati e ipermercati di tutta Italia.
Dai dati dell’Osservatorio si delinea un paniere significativo e multiforme, che ha superato gli 11,5 miliardi di euro di vendite nel periodo osservato (dal 1 luglio 2020 al 30 giugno 2021), ovvero un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente.

«Questa crescita si deve all’aumento dell’offerta di prodotti dalle caratteristiche sostenibili, che rappresentano ormai il 23,9% delle 125.431 referenze monitorate in questa decima edizione dell’Osservatorio Immagino» ha dichiarato Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.

Quando l’etichetta racconta
L’osservatorio ha analizzato le etichette dei prodotti presenti nei carrelli della spesa: l’indicazione più diffusa è Biologico/EU Organic (6,6% delle referenze), seguita dalla certificazione FSC (4,7%) e dai claim “sostenibilità” (2,3%) e “riciclabile” (2,3%).
Le più performanti risultano invece Mater-Bi, un tipo di plastica biodegradabile (+48% delle vendite), la certificazione Ok-Compost (+44,3%) e le indicazioni “compostabile” e “senza antibiotici”, rispettivamente +25,6% e 17,8%.

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