Meta-Facebook vuole bloccare l’orologio mondiale per i prossimi mille anni

22 Agosto 2022 05:00

I giorni non sono tutti lunghi uguali, perché la Terra non ruota sempre perfettamente alla stessa velocità.
Quasi impercettibili variazioni di millisecondi, che però possono creare problemi ai sistemi informatici e scientifici e per questo richiedono periodiche sincronizzazioni dell’orologio di riferimento mondiale, l’Utc.
Sono state ben 27 modifiche le modifiche in appena 50 anni, ora si ipotizzano anche correzioni “negative”.
Troppe secondo Meta, l’azienda che detiene Facebook e che chiede lo stop a questi aggiornamenti colpevoli a suo dire di provocare ogni volta gravi danni.
Il giorno è definito come il tempo che il nostro pianeta impiega a completare una rotazione, un movimento che misuriamo mediamente in 86.400 secondi, ossia 24 ore, ma che a ben vedere non è mai così preciso e regolare.
Infatti, a causa di molti fattori (dalla perdita dei ghiacci, ai terremoti o le maree, fino ai cambiamenti del volume dei mari) la rotazione del nostro pianeta oscilla continuamente, ma in generale si nota che sta gradualmente rallentando, quindi un giorno dura impercettibilmente di più.
Si stima che il violento terremoto del 2011 in Giappone, di magnitudo 8.9, accelerò la rotazione giornaliera di 1,8 microsecondi, ma da miliardi di anni la durata dei giorni sta mediamente crescendo di circa 2,3 millisecondi ogni cento anni, tanto che oltre un miliardo di anni fa i giorni erano molto più brevi, forse di appena 19 ore.
Ma il fenomeno non è così lineare, perché le forze in gioco nel determinare la velocità di rotazione sono tantissime, e non sempre ben misurabili, e in questi ultimi anni si sono registrati anche giorni più veloci del solito.
Proprio a giugno 2022 si è avuto il giorno più corto di sempre, circa 1,59 millisecondi in meno delle canoniche 24 ore.
La causa potrebbe essere alcune violente eruzioni, come quella del vulcano a Tonga, oppure fenomeni climatici globali come El Nino. Ma probabilmente anche oscillazioni cicliche dovute a effetti gravitazionali.
Cambiamenti impercettibili per tutti, ma non per gli strumenti scientifici di altissima precisione e per molti sistemi informatici che hanno bisogno per funzionare di misure di tempo super accurate, tanto da aver obbligato a modificare il segnale orario universale Utc ben 27 volte in 50 anni introducendo “secondi intercalari”, modifiche in realtà di piccolissime frazioni di secondo.
“Una soluzione – osservano Oleg Obleukhov e Ahmad Byagowi, ricercatori di Meta – che era accettabile nel 1972”. Ma non più ora. Secondo i responsabili di Meta ogni modifica porta con sé problemi molto complessi e può esporre i sistemi informatici a gravi pericoli tanto da causare più danni che benefici. Proprio la registrazione del giorno più corto di sempre, lo scorso giugno, aveva fatto suggerire ad alcuni esperti di ipotizzare addirittura l’introduzione di un secondo intercalare “negativo”, una sorta di correzione della correzione. Una modifica mai sperimentata prima sui sistemi informativi su larga scala che secondo Obleukhov e Byagowi “potrebbe avere un effetto devastante sul software basandosi su timer o programmatori”.
Secondo i ricercatori di Meta “ogni secondo intercalare è una delle principali fonti di problemi per chi gestisce le infrastrutture hardware”. Nuove possibili soluzioni alternative a queste modifiche traumatiche esistono, affermano, e per questo “supportiamo lo stop a ulteriori introduzioni di secondi intercalari per almeno i prossimi mille anni”.

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