La trasformazione digitale va a rilento in Italia, solo il 39% delle aziende l’ha raggiunta

28 Settembre 2022 14:00

L’adozione del digitale potrebbe sbloccare in Italia oltre 251 miliardi di euro, ma solo il 39% delle aziende ha adottato finora tecnologie come il cloud e le competenze degli italiani sono lontanissime dagli obiettivi proposti dall’Europa.
Sono alcuni degli elementi che emergono dal rapporto presentato da Amazon Web Services (Aws) sul ruolo delle tecnologie digitali e il loro possibile impatto economico. “La trasformazione digitale e la formazione delle competenze in Italia rappresentano una grandissima opportunità per il paese”, ha detto il Country manager per l’Italia di Aws, Julien Groues, commentando i dati emersi dallo studio commissionato a Public First per analizzare e valorizzare il potenziale digitale dell’Italia.
Un lavoro che tra i tanti elementi ha messo in evidenza una trasformazione digitale più strutturata potrebbe sbloccare oltre 251 miliardi di euro di valore aggiunto lordo, la misura del valore dei beni e dei servizi prodotti nell’economia del Paese, l’equivalente di quasi il 16% dell’attuale economia italiana.
Ma uno dei maggiori ostacoli è la carenza di competenze digitali, tanto che solo il 42% degli italiani ne possiede a livello base e negli ultimi anni, sottolinea il rapporto, sono addirittura diminuite.
Andamento che rende improbabile per l’Italia il raggiungimento fissato dall’Unione europea di competenze digitali di base per l’80% della popolazione entro il 2030. Carenze che ostacolano la crescita delle aziende italiane, in particolare quelle più avanzate dal punto di vista digitale: “Per sbloccare questo valore – ha aggiunto Groues – è necessario che i settori pubblici e privati uniscano le forze per accelerare l’adozione di competenze e tecnologie digitali, come il cloud”.
Temi a cui gli italiani in realtà appaiono sensibili: il 62% sarebbe favorevole ad accedere digitalmente alle proprie cartelle cliniche e il 52% a confermare la propria identità on line.
Al servizio del cittadino, i servizi digitali potrebbero garantire anche vantaggi economici: si stima, ad esempio, che l’eventuale passaggio del 10% dei sistemi informativi del settore pubblico nel cloud potrebbe far risparmiare ai contribuenti oltre 87 milioni di euro l’anno.
Ma il digitale fa fatica ad imporsi anche nel mondo delle imprese, anche quelle più digitalizzate, di conseguenza l’Italia risulta lontanissima dal raggiungere l’obiettivo fissato dall’Ue di avere il 75% d aziende che adottino servizi cloud, big data e intelligenza artificiale.
Per arrivarci, sottolinea lo studio commissionato da Aws, occorreranno almeno 20 anni. Attualmente solo il 39% delle società italiane ha adottato tecnologie chiave come il cloud, il 18% l’Intelligenza artificiale e il 9% i big data.
Ma se nelle piccole imprese, sottolinea lo studio, la loro adozione salisse di 10 punti percentuali si otterrebbe un aumento nazionale dello 0,6% di Val, pari a 8,9 miliardi di euro.
Nonostante l’83% di tutte le aziende consideri importanti o essenziali le competenze digitali, ben il 38% delle aziende ad alta intensità digitale ha dichiarato che la carenza di competenze digitali ha rallentato la loro crescita. Senza maggiori investimenti, evidenzia ancora il rapporto, sarà difficile raggiungere l’obiettivo dell’UE di 20 milioni di specialisti Ict entro il 2030, e appena il 17% di questi saranno donne.

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