Dai lavori manuali a specialisti e artisti: chi non teme l’Intelligenza artificiale

27 Marzo 2023 05:00

Mani, testa e cuore.
Può sembrare scontato e banale, ma i lavori destinati a “sopravvivere” al prepotente sviluppo dell’Intelligenza artificiale e della robotica sono quelli che contengono questi elementi.
Innanzitutto, quei mestieri caratterizzati da una forte componente di manualità, ad esempio gli idraulici, i falegnami o gli imbianchini. L’innovazione tecnologica potrà fornire loro strumenti che possano facilitarne i compiti, ma il loro “tocco” sarà sempre indispensabile. Vale lo stesso ragionamento per artigiani, cuochi, fabbri, sarti e parrucchieri, giusto per fare qualche esempio.
C’è poi la “componente-testa”, ossia l’alta specializzazione.
Nonostante il “dottor-Google” sia sempre più consultato da cittadini alla ricerca di diagnosi fai da te, in pochi accetterebbero di vedersi prescritte le cure o di essere operati sulla base di accertamenti svolti esclusivamente da un computer, senza il parere di un medico in carne e ossa.
Lo stesso si può dire degli avvocati: un software può conoscere tutti codici e provare anche a elaborare una strategia difensiva basandosi su milioni di dati, ma l’intervento umano, in termini di capacità ed esperienza, è ancora indispensabile.
In generale, tutti i lavori ad alta preparazione e specializzazione non potranno essere sostituiti: scienziati, ma anche architetti e ingegneri.
Per non parlare degli insegnanti: su una lavagna interattiva i ragazzi potranno cercare e trovare tutte le nozioni contenute in milioni di libri, ma le spiegazioni di maestri e professori, unite al rapporto umano e alla valutazioni dei singoli studenti, resteranno elementi fondamentali e non robotizzabili.
Anche perché si uniscono spesso al terzo elemento: il cuore, inteso come sentimenti. Quello che (almeno per il momento) non è ancora stato possibile impiantare su un macchina o un software.
Quindi resisteranno le professioni che richiedono empatia e interazione sociale, come infermieri, psicologi e assistenti sociali.
Non sono a rischio neppure i lavori che richiedono creatività, originalità e pensiero critico: artisti, scrittori, designer, musicisti e attori sono meno suscettibili di essere sostituiti dall’intelligenza artificiale.
Anche i giornalisti, il cui ruolo diventa in realtà ancora più importante per la collettività: proprio grazie alle nuove tecnologie, siamo tutti bombardati da miliardi di informazioni, tra le quali si celano altrettante fake news. L’intervento “umano” nella loro individuazione e nel racconto della verità resta quindi fondamentale.
Infine, ci sono le occupazioni che traggono vantaggio da questa nuova rivoluzione tecnologica: programmatori, tecnici di supporto ai sistemi di intelligenza artificiale e ingegneri del machine learning rappresentano senza dubbio i mestieri del futuro. Senza scordare coloro che, materialmente, le macchine le devono assemblare e riparare.

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