La corona d'alloro, simbolo di gloria già al tempo dei greci
Lauro nobile e lauro d'Alessandria sono alberi sempreverdi di origine mediterranea
Dea De Angelis
|4 giorni fa

Alloro (Laurus nobilis) - © Libertà/Dea De Angelis
La parola “laurea” deriva - come molti altri termini italiani - dal latino “laureatus” (incoronato d’alloro). Vi chiederete - forse - il nesso tra laureandi e storie di alberi. Proviamo a spiegarci. Come noto, seguendo un’antica usanza dei Greci e dei Romani, è tradizione o costume per i neolaureati indossare una corona d’alloro, un gesto che simboleggia il raggiungimento di un traguardo, di un piccolo grande successo condiviso con gli affetti e con gli amici e che ha radici lontane. L’alloro, Laurus nobilis in latino, è un albero sempreverde dalle molteplici proprietà.
Già storicamente il più alto onore per un guerriero era, per esempio, venire incoronato con una ghirlanda di alloro con foglie e frutti, la corona andava solo ai trionfatori del mondo antico. Per realizzarla era consuetudine far uso anche dei rami più flessibili di un altro lauro, il lauro d’Alessandria giacché la specie “nobile” non era - e non è - dotata della duttilità necessaria a realizzare il simbolo di gloria. Il lauro d’Alessandria divenne la materia prima per gli artigiani che riuscivano così a dare una forma impeccabile alla corona. L’uno e l’altro lauro hanno origine dal bacino mediterraneo e sono oggigiorno diffusi nei giardini privati e nelle dimore nobiliari.
Già storicamente il più alto onore per un guerriero era, per esempio, venire incoronato con una ghirlanda di alloro con foglie e frutti, la corona andava solo ai trionfatori del mondo antico. Per realizzarla era consuetudine far uso anche dei rami più flessibili di un altro lauro, il lauro d’Alessandria giacché la specie “nobile” non era - e non è - dotata della duttilità necessaria a realizzare il simbolo di gloria. Il lauro d’Alessandria divenne la materia prima per gli artigiani che riuscivano così a dare una forma impeccabile alla corona. L’uno e l’altro lauro hanno origine dal bacino mediterraneo e sono oggigiorno diffusi nei giardini privati e nelle dimore nobiliari.

Il colore delle drupe aiuta a distinguerli: nere o rosse (come mostrano le fotografie). Le famiglie nobili hanno da sempre voluto abbellire i loro giardini rinascimentali con alberi e arbusti sempreverdi, tali da rendere gli spazi esterni luoghi di piacere e di ospitalità in tutte le stagioni, inverno compreso.
Le piante messe a dimora nei giardini gentilizi provenivano dalle vicine coste del mar Mediterraneo fino alla scoperta dell’America (1492). Quindi le due specie di lauro. Dal Rinascimento in avanti la possibilità di scoprire mondi lontani, paesi esotici, arricchì i giardini di presenze arboree sempreverdi esotiche (libocedro, cedro del Libano…). Dove ancora presenti, questi alberi esotici e secolari raccontano il passaggio storico nel disegnare i giardini. Di pari passo si diffusero gli orti botanici in tutta Europa. Oggi l’alloro - e veniamo alle sue molteplici virtù - più ancora che per le corone di gloria o perché albero ‘ossigenante’ è un albero conosciuto per le sue foglie aromatiche usate in cucina e perché forma ‘muri’ di siepi sempreverdi.
Se poi può interessare i nostri nonni raccontavano che una foglia di alloro in tasca porta denaro!
Le piante messe a dimora nei giardini gentilizi provenivano dalle vicine coste del mar Mediterraneo fino alla scoperta dell’America (1492). Quindi le due specie di lauro. Dal Rinascimento in avanti la possibilità di scoprire mondi lontani, paesi esotici, arricchì i giardini di presenze arboree sempreverdi esotiche (libocedro, cedro del Libano…). Dove ancora presenti, questi alberi esotici e secolari raccontano il passaggio storico nel disegnare i giardini. Di pari passo si diffusero gli orti botanici in tutta Europa. Oggi l’alloro - e veniamo alle sue molteplici virtù - più ancora che per le corone di gloria o perché albero ‘ossigenante’ è un albero conosciuto per le sue foglie aromatiche usate in cucina e perché forma ‘muri’ di siepi sempreverdi.
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Passando dalla teoria alla pratica, «adotta ora, la tua adozione è un aiuto concreto in difesa delle specie a rischio!» Un panda, un koala, un leopardo delle nevi, un pinguino, una tigre, un orso polare o bruno, un lupo, un elefante, una foca, un giaguaro, un leone, un orango, una balena o una tartaruga marina. Si può scegliere. Scegliere una sola specie o più di una favorendone la tutela e la conservazione. A lanciare l’iniziativa è il WWF (World Wildlife Foundation) che da decenni si batte per la tutela dell’ambiente e dei suoi viventi. Troppe le specie la cui perdita impoverisce la biodiversità e le cause: perdita di habitat, inquinamento domestico o industriale, cambiamento climatico, bracconaggio e commercio illegale, troppo legate alle attività dell’uomo. Con l’adozione a distanza sostieni i progetti del WWF a difesa degli ecosistemi e della biodiversità e - in ultima analisi - di noi stessi. Le informazioni - in un mondo di internauti - si trovano facilmente nel sito internet (www.wwf.it). Puoi adottare un animale a titolo personale oppure - nella corsa dell’ultimo minuto alla Vigilia di Natale - regalare un’adozione a tuo figlio, tuo nipote, un amico, un’amica o un appassionato di natura. Nello scegliere chi adottare si può optare per un animale tipico italiano o un affascinante animale esotico, tutti animali protetti e difesi con progetti che guardano al futuro. Riceverai dall’associazione un peluche, la cartella della specie adottata e persino un certificato di adozione.
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