Sarah Jane Morris e il legame forte con l'Italia: «Il mio omaggio rock al Club dei 27 e alle grandi artiste donne»

Il ricordo di una serata indimenticabile al Fillmore di Cortemaggiore nel 2000

Eleonora Bagarotti
Eleonora Bagarotti
|4 settimane fa
Sarah Jane Morris durante un recente concerto
Sarah Jane Morris durante un recente concerto
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Ne ha fatta di strada, Sarah Jane Morris, da quando l’abbiamo applaudita, nel 2000, in concerto al mitico Fillmore di Cortemaggiore. Era già un’interprete molto in auge e, soprattutto, da britannica abbracciava con naturalezza ritmiche e vocalità della musica nera. «In realtà, ho sempre spaziato tra il Jazz e il R&B, ma ho sempre amato il Pop. E ultimamente, avendo una certa carriera alle spalle, mi permetto di spaziare ancora di più. Ad esempio, affronto progetti teatrali e collaboro con vari gruppi. Il motivo è che non mi stanco mai, e cresco come interprete. Non so cosa farò domani».
Ed eccoci, per ora, arrivati al Rock, con l’omaggio “Il club dei 27” dei Solis String Quartet, di recente applaudito anche in Italia.
«A questi artisti scomparsi è dedicato il nostro album appena uscito, che stiamo presentando dal vivo: Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, ma anche Kurt Cobain e quell’angelo fragile e doloroso di Amy Winehouse, una cantante che ho molto amato».
Non è la sua prima volta, con il quartetto.
«No, avevamo già realizzato un omaggio ai Beatles e ho subito pensato a loro quando, nella mia mente, ha iniziato a farsi largo l’idea di omaggiare gli artisti prematuramente scomparsi».
Lo avete intitolato “Forever young”, citando Dylan.
«Lunga vita a Bob! In effetti, non poteva esistere titolo migliore per esprimere quanto la musica di tutti questi artisti incredibili sia ancora viva e presente in tutti noi. Me ne accorgo cantando i loro brani in concerto: il pubblico li canta insieme a me e anche i più giovani li conoscono a memoria. Anche per questo motivo, ogni sera è un’esperienza speciale e bellissima».
Lei è considerata una cantante raffinata. Non la preoccupa chi sostiene, a mio avviso erroneamente, che il Rock sia troppo poco elitario?
«Per niente! La gloria di Amy, Kurt, Janis e gli altri è immortale. E ciò che ci hanno lasciato, nell’arco di poco tempo, rientra in una serie di opere d’arte. Canzoni perfette, struggenti, uniche, profonde, indimenticabili. Un repertorio più vivo e ricercato che mai, anche nella sua semplicità ritmica. Sarebbe come dire che i concerti di Mozart in Do maggiore sono troppo elementari. Non scherziamo... e poi, non mi sono mai posta limiti di genere. Sarebbe stata una visione troppo limitata. Se salgo ancora in palcoscenico, dopo tanti anni, è proprio grazie alla curiosità e al desiderio di cambiare».
Sarah Jane Morris in uno scatto di Andrea Romano
Sarah Jane Morris in uno scatto di Andrea Romano
«Spesso le persone creative di grande talento muoiono giovani, come Keats, Mozart, Schubert, Raffaello e le sorelle Brontë. Tendiamo a pensare a loro in due modi diversi: ci chiediamo cosa avrebbero potuto realizzare se fossero vissuti più a lungo. Tuttavia, in modo più positivo, possiamo apprezzare i loro talenti giovanili come immuni dal passare del tempo, la loro brillantezza preservata nella loro eterna giovinezza. Resteranno per sempre giovani».
Lo ha spiegato Sarah Jane Morris al pubblico che l’ha accolta, qualche giorno fa, in Italia con un calore unico che «solo il pubblico italiano è capace di trasmettere».
Sarah ha accettato di parlare con i giornalisti e di salutare i suoi tanti fan, concedendo selfie e ricordando i numerosi concerti precedenti. «L’Italia è sempre stata una tappa bellissima, ci torno ogni volta che mi è possibile e la giro, come ora».
Sarah in Italia tornerà il 7 novembre per una serie di date, a partire da quella di Palermo (ci sfiorerà il 15 a Bagnolo in Piano, Reggio Emilia, e il 20 al Bravo Cafe di Bologna con la band di Gianni Vancini). Oltre a esibirsi con il Solis String Quartet, un ensemble di bravissimi musicisti con i quali è in sintonia come il suo conterraneo Elvis Costello lo fu con il Brodsky Quartet (e con cui Morris ha registrato l’album “All you need is love”, nel 2022 per Irma Records), Morris riproporrà alcune perle del suo repertorio, canzoni amate e di grandi artisti, come quelle del suo precedente album solista “The Sisterhood”, in cui omaggiava «Bessie, Billie, Miriam, Nina, Aretha, Janis, Joni, Ricky-Lee, Annie, Kate, con eterna gratitudine». 
Sarah Jane Morris nel 2000 nello storico Fillmore di Cortemaggiore
Sarah Jane Morris nel 2000 nello storico Fillmore di Cortemaggiore
TESTA ROSSA, VOCE NERA. QUELLA GRANDE SERATA AL FILLMORE DI CORTEMAGGIORE 
Testa rossa, voce nera. Così nel 2000 “Libertà” sul concerto di Sarah Jane Morris nel mitico Fillmore di Cortemaggiore. Sin da allora, veniva sottolineato un «particolare calore con cui il pubblico italiano accoglie la cantante», un sentimento ricambiato. Sarah Jane cantò “Sweet little sister”, “Don’t believe”, “Living for the flame”, “Right now”, “Dream on baby”, “Cry”, “I am a woman”, “Love is pain”, un bellissimo assaggio dal suo nuovo disco come “Blind old friends”, le raffinate parole di “Too close for comfort”, la forza innodica di “Remember me”, l’omaggio ai grandi Cowboy Junkies di “Cowboy Junkies Bluemoon”, l’acclamata “Wake up everybody “e le magnifiche riletture di due canzoni “facili” trasfigurate da un fine lavoro di cesello: una sciccosa “Never gonna give you up” e una profonda “Fragile” di Sting.