Allenarsi negli spazi condominiali ad uso comune si può: il vademecum

13 Aprile 2020 03:18

Il divieto di svolgere attività sportiva all’aperto, unita alla chiusura di palestre e piscine, ha spinto molti cittadini ad escogitare allenamenti alternativi, che prevedono anche lo sfruttamento degli spazi condominiali ad uso comune.

Terrazze, cortili, addirittura le scale: gli amanti dello sport e dell’attività fisica hanno dato libero sfogo alla fantasia per pianificare i propri allenamenti. Certo, qualche vicino di casa potrebbe storcere il naso, ma la legge, naturalmente con le dovute clausole, lo prevede. A questo proposito abbiamo chiesto spiegazioni all’avvocato piacentino Flavio Saltarelli. “L’articolo 1.102 del Codice civile recita che ciascun partecipante può servirsi della cosa comune – spiega – purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri condomini di farne pari uso, e quindi non pone ostacoli ad un utilizzo più intenso, come quello dell’allenamento. Tali attività motorie, per essere legittimate – prosegue – devono però essere possibili senza infrangere le disposizioni introdotte dalla normativa d’urgenza anti Covid-19 in merito alle distanze minime da tenersi tra le persone in caso di incontro con altri condomini, e non devono produrre immissioni di rumore superanti la normale tollerabilità. No problem, dunque, ad un utilizzo più intenso, come quello delle ripetute salite sulle scale a condizione di non monopolizzarle impedendone agli altri l’utilizzo e, alla luce dei vigenti decreti anti-Coronavirus, a condizione, quando si incrocia un vicino, di evitare di avvicinarsi oltre i limiti di legge”.

Altro possibile problema: il rumore. “A questo proposito – prosegue Saltarelli – l’articolo 844 del Codice civile vieta le immissioni di rumore, odore ed esalazioni superanti la normale tollerabilità. Se si rimane entro certi limiti – conclude – l’attività fisica è dunque consentita senza problemi”.

Nonostante si stiano arrabattando come possono entro le mura di casa, i runner piacentini sperano ardentemente che esca anche in Italia la proposta, già approvata nella città di Parigi, di consentire singolarmente l’attività motoria per due ore alla mattina presto, cioè dalle 5.00 alle 7.00, per evitare assembramenti ma al tempo stesso per consentire l’allentamento all’aperto.

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