Cento giorni senza scuola e sport: “Il brutto sogno sta finendo”

31 Maggio 2020 04:20

Non poter più correre sull’erba con il pallone tra i piedi, gli abbracci dei compagni di squadra dopo un gol o un assist, e perché no, anche le urla del mister. Quante cose sono mancate in questi 100 giorni di lockdown ai bambini piacentini, costretti a casa per le misure di contenimento del Coronavirus. Cento giorni a dir poco surreali, dove qualche palleggio solitario in cortile ha preso il posto della consueta partitella al parco con gli amici dopo la scuola. Tuttavia, come affermato con un bel sorriso sulle labbra dai piccoli calciatori (categoria Pulcini) della Spes Borgotrebbia, “il brutto sogno sta finendo”. Da ieri, infatti, gli istruttori della società piacentina stanno organizzando dei brevi incontri, a gruppi ridotti e nel pieno rispetto delle misure di sicurezza, giusto “per riprendere i contatti con le famiglie e gli atleti nella speranza del definitivo via libera alla ripresa dell’attività giovanile”, spiegano gli allenatori.

Entusiasti di poter finalmente correre di nuovo all’aria aperta, questi giovanissimi calciatori hanno raccontato ai nostri microfoni come hanno vissuto la quarantena: il calcio e gli amici sono le cose che sono mancate di più, discorso un po’ diverso per quanto riguarda la scuola.

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