Carini dice addio ai "suoi" 200 farfalla: «Nuoterò solo 50 e 100»

A 28 anni drastica decisione del campione piacentino: «Ero saturo, soprattutto per gli allenamenti»

Paolo Borella
|1 settimana fa
Carini dice addio ai "suoi" 200 farfalla: «Nuoterò solo 50 e 100»
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È un Giacomo Carini inedito quello che racconta un nuovo capitolo della sua carriera a Libertà. Tutto nasce da una «presa di coscienza», dall'«accettazione di un periodo di passaggio della vita», come spiega lo stesso nuotatore piacentino, 28 anni, cresciuto alla Vittorino da Feltre prima di trasferirsi a Verona alla corte di coach Matteo Giunta. Carini si era ripromesso delle riflessioni dopo le seconde Olimpiadi della sua carriera, quelle di Parigi 2024. La semifinale con dodicesimo posto nei 200 farfalla, con la sua terza prestazione di sempre sulla distanza, non ha cambiato l'orizzonte. Los Angeles 2028 è lontana, l'età (almeno quella "sportiva”) avanza e se il nuoto resta la sua vita, è giusto anche guardare avanti verso il post carriera. Da qui la decisione del cambio di disciplina e di una sfida diversa e intrigante: addio 200, benvenuti 50 e 100 farfalla.
«Ero saturo di quella gara, soprattutto per gli allenamenti. Mi concentrerò sui 50 e 100 farfalla. Probabilmente sarò meno competitivo, almeno nell'immediato, ma volevo farlo. È una sfida per capire dove arrivo, allenando altre caratteristiche, fra cui la forza massima sulla distanza breve».
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Quali obiettivi si è posto nel breve periodo? «Le prime risposte importanti potranno arrivare a metà dicembre, con i campionati italiani in vasca corta. Dall'inizio di questa transizione, non mi sono qualificato agli ultimi Mondiali, ma l'obiettivo resta raggiungere le massime competizioni internazionali».
Si è dato una "scadenza” per dimostrarsi competitivo anche qui? «Tutti gli atleti, chi più chi meno, subiscono la pressione del singolo risultato. Penso all'amico Andrea Dallavalle, bravissimo: ha vinto l'argento nel salto triplo ai Mondiali, forse non se l'aspettava nemmeno lui, ma già sa che il prossimo anno dovrà riconfermarsi. Fra noi rimarrà sempre il legame fra due piacentini che puntano all'eccellenza nello sport».
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Davvero, a 28 anni, è già tempo di riflessioni profonde per uno sportivo? «Per me, sì . Ti avvicini ai 30 ed è una soglia utile per un primo bilancio su dove sei e dove stai andando. Sono pronto a questo cambiamento e non mi è costato assolutamente. Continuo a nuotare tutti i giorni, dando il massimo, ma per la mia "ex” gara e per la mia età dovevo cambiare qualcosa». Anche per pensare al post carriera? «Certo, ho sempre ragionato anche sul "mondo del dopo”. Sto iniziando a muovermi per un progetto innovativo legato al mondo sportivo per migliorare alcuni settori. Presto spero di poter dire di più».
Se la sua carriera finisse davvero oggi, sarebbe soddisfatto al 100%? «Assolutamente. Ci sono cose che un uomo può fare e cose che un uomo non può fare. Io sento di aver fatto tutto il possibile. Preferisco respirare, fermarmi qualche volta in più e guardare indietro a quello che ho creato».