Sequestrato impianto di compostaggio di Ghedi, falsi fertilizzanti a Castelvetro

Il tribunale di Brescia ha confermato il sequestro dell'azienda al centro di un'inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia

Redazione Online
|4 settimane fa
Foto d'archivio
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Gestione illecita di materiali di scarto e distribuzione di falsi fertilizzanti su terreni agricoli sia in Lombardia che in Emilia-Romagna. Per questo il tribunale di Brescia ha confermato il sequestro dell'impianto di compostaggio di Ghedi, nel Bresciano, al centro di un'inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia su un presunto traffico illecito di rifiuti mascherato da produzione di fertilizzanti. La distribuzione di questi materiali di scarti avrebbe coinvolto anche la provincia di Piacenza, in particolare il territorio comunale di Castelvetro.
Il provvedimento, eseguito dai Carabinieri Forestali di Brescia insieme al Nucleo Operativo Radiomobile di Verolanuova, riguarda anche macchinari e attrezzature dell'azienda - come riportato dall'Ansa -. Secondo quanto emerso dalle indagini, la società avrebbe per anni gestito in modo illecito tonnellate di materiali di scarto, presentandoli come compost destinato all'agricoltura. In realtà, i prodotti non avrebbero perso la natura di rifiuto e sarebbero stati distribuiti come falsi fertilizzanti su terreni agricoli di Lombardia ed Emilia-Romagna.
Gli inquirenti hanno ricostruito la movimentazione attraverso circa seimila documenti di trasporto, individuando almeno 17 comuni coinvolti nelle province di Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Piacenza. Tra questi figurano, tra gli altri, Calvisano, Bagnolo Mella, Montichiari, Leno, Montirone, Crotta d'Adda e Castelvetro Piacentino. Denunciato il legale rappresentante dell'azienda con l'ipotesi di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.