I baristi della notte a Piacenza: «In quelle ore c'è un’altra città»

Sono rimasti pochissimi. A La Verza Enzo Zavattoni, 70 anni, si sveglia alle 2 e tra i suoi primi clienti ci sono camionisti e pasticceri. Giulio Marcotti, 82 anni, al “Bar G” alla Farnesiana confida: «Per me questo è vita»

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
|1 mese fa
Il barista Enzo Zavattoni
Il barista Enzo Zavattoni
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Nella notte silenziosa lungo la Statale 45, tra La Verza e Piacenza, le uniche luci accese sono quelle dei pochi bar che aprono quando la città dorme. Alle 3 del mattino Angelo Martini, camionista di Bellaria di Perino, si ferma al bar Statale 45 per un caffè prima di iniziare il giro della raccolta rifiuti in Alta Valnure. Dietro il bancone c’è Enzo Zavattoni, 70 anni, ex ferroviere, che da sette anni gestisce il locale con il figlio Daniele: Si sveglia alle due per accogliere i primi clienti, tra cui pasticceri e camionisti. «In inverno passano in pochi, ma il bar è una luce accesa sulla strada».
Angelo riparte, Enzo sorride: «La notte è un mondo a parte, ma qui sono felice». Intanto, in altri angoli della città, si accendono le prime insegne: il bar Due Stadi, il Topolinia, il bar Ovest vicino all’autostrada.
Alla Farnesiana, alle 4, è già operativo Giulio Marcotti, 82 anni, ex meccanico diventato barista del Bar G. «All’una preparo le brioche. Non do alcol di notte: così evito problemi. Per me questo è vita. Se penso alla fatica penso a mio padre che vendeva carbone», dice, mostrando le foto in bianco e nero del padre Ettore e della madre Adalgisa, simboli di un tempo in cui la fatica era quotidiana.
Il barista Giulio Marcotti
Il barista Giulio Marcotti