Camere di sicurezza, Piacenza passa l'esame

L'ispezione del garante regionale per i detenuti. Solo quella della polizia locale ha fatto registrare criticità e ne è stata chiesta la dismissione. Ma non è usata dal 2023

Simona Segalini
Simona Segalini
|1 mese fa
foto di repertorio di camere di sicurezza
foto di repertorio di camere di sicurezza
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Cinque criticità su 142 spazi, nell’ambito di 75 caserme visitate. C’è anche Piacenza nel primo viaggio ispettivo alle camere di sicurezza dell’Emilia Romagna compiuto dal garante regionale per i detenuti Roberto Cavalieri. Le camere di sicurezza presenti nelle caserme delle forze di polizia (polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale) sono, secondo il garante, “un carcere ombra” che spesso non viene considerato. Chi si trova in una camera di sicurezza è sottoposto ad una privazione della libertà personale, anche se già avvenuto il fermo e l’arresto, antecedente alla convalida del giudice. Le camere di sicurezza sono luoghi in cui la persona in stato di arresto – ad esempio per un arresto in strada – viene trattenuta (per massimo 48 ore) prima di comparire davanti a un giudice. Da qui è venuto il progetto per monitorare le camere di sicurezza presenti nella regione.
Nelle cinque criticità emerse c’è anche la camera della polizia locale di Piacenza, peraltro non utilizzata da gennaio 2023, per la quale Cavalieri ha avanzato l’invito a che sia dismessa almeno per l’uso di detenzione temporanea. Nel sopralluogo di Cavalieri a Piacenza sono state visitate le sei camere dei carabinieri a Bobbio, Fiorenzuola e Monticelli (di cui la metà non in uso) e, in città, le quattro della polizia di Stato, le due dei carabinieri di via Beverora e l’unica della polizia locale di cui è stata ravvisata appunto l’opportunità di dismissione.