"Voci oltre il tempo, oltre la pietra" a Palazzo Farnese

La mostra curata da Antonio Iommelli sarà visitabile dal 5 dicembre al 3 maggio 2026

Marcello Tassi
Marcello Tassi
|16 ore fa
"Voci oltre il tempo, oltre la pietra" a Palazzo Farnese
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Emergono dall'oscurità, volti segnati da ombre profonde, mani, seni e profili sospesi in un gesto che sembra sul punto di compiersi. Sono le sibille, figure archetipiche che affondano le radici nella notte dei tempi: non parlano davvero, eppure mormorano senza muovere labbra che sembrano pronte a schiudersi. Intorno, profumi sottili e suoni quasi impercettibili salgono come un respiro comune: un intreccio di voci che pare predire il futuro con la stessa naturalezza con cui riemerge dal passato.
In questa atmosfera sospesa prende forma la mostra “Sibille. Voci oltre il tempo, oltre la pietra”, a Palazzo Farnese dal 5 dicembre al 3 maggio 2026, curata da Antonio Iommelli, direttore dei Musei Civici. Un percorso immersivo che mette il visitatore al centro, davanti a figure che per secoli hanno incarnato il sentire, la visione, la necessità di annunciare ciò che appariva loro davanti.
Il mito delle sibille cambia volto a seconda del secolo che lo osserva, e continua ancora oggi a ispirare. Proprio per questo la mostra costruisce un dialogo vivo tra la pittura seicentesca e le sculture contemporanee di Christian Zucconi, autore anche dell’allestimento. Da un lato la tela “Sibilla Cumana” del Domenichino – prestito prezioso dalla Galleria Borghese di Roma e fulcro dell’esposizione – dall’altro le figure moderne in travertino rosso persiano e ferro, che riportano il mito in una presenza fisica, pulsante, sorprendentemente attuale.
Il percorso è sensoriale: luci, suoni ed essenze guidano il passo e trasformano le sibille in presenze che sembrano osservarci e, in qualche modo, interrogarci.
E chi desidera proseguire il viaggio può farlo grazie al biglietto integrato – con riduzioni – che consente di uscire da Palazzo Farnese e raggiungere le cupole del Guercino al Museo Kronos della Cattedrale e gli affreschi del Pordenone in Santa Maria di Campagna: altre sibille, questa volta dipinte, che ampliano e completano l’esperienza in un unico racconto diffuso.
Un percorso che, dall’oscurità alla luce, invita ad ascoltare ciò che queste figure continuano a suggerire, ieri come oggi.