Aperti gli spari al cimitero: nel mirino ci sono i piccioni

A Cortemaggiore il camposanto chiude martedì e venerdì per l’intervento. I cacciatori useranno sagome e richiami

Valentina Paderni
|2 settimane fa
Aperti gli spari al cimitero: nel mirino ci sono i piccioni
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È caccia al piccione. Il Comune di Cortemaggiore chiede e ottiene, dalla Provincia di Piacenza, l’autorizzazione ad agire per controllare il proliferare dei volatili. Il provvedimento ha durata di un anno, fino al 12 novembre 2026. Le prime operazioni si effettueranno martedì e venerdì.
In queste due giornate, il cimitero di Cortemaggiore resterà chiuso, per permettere ai cacciatori dell’Atc2 indicati dalla polizia provinciale di sparare, limitatamente al punto e alla direzione indicata su mappa, utilizzando un fucile di calibro non superiore al 12. Per attirare e richiamare i piccioni, gli operatori possono utilizzare stampi, sagome, zimbelli, giostre o girelli.
Spiega l’assessore Stefano Rancan: «Il personale autorizzato si posizionerà all’esterno del cimitero, sul retro, in posizione opposta al centro abitato, rispettando le distanze da abitazioni e strade. L’attività, che sarà svolta a più riprese, è autorizzata e ammessa in esecuzione ad un piano di controllo al piccione. La collaborazione del comandante della polizia provinciale, Matteo Re, è stata efficace ed immediata. I danni che causano questi volatili sono significativi, oltre a sporcare determinando situazioni di non decoro, ci sono poi da valutare le conseguenze igienico-sanitarie ed ambientali».
I piccioni hanno ormai colonizzato il cimitero magiostrino, occupando non solo, viene riferito, i tetti delle cappelle ma annidandovi anche all’interno alla ricerca di un riparo. In passato l’amministrazione comunale aveva già adottato l’utilizzo dei falchi per arginare il problema e «avevano dato un buon risultato», sottolinea Rancan. Che aggiunge: «Ora i nostri consulenti ci hanno suggerito di tentare con altre tipologie di intervento. Ormai la situazione è insostenibile. C’è una proliferazione esagerata». Si sta pensando di adottare accorgimenti anche nel centro storico. Annuncia Rancan: «Nelle zone del centro abitato dove c’è una maggiore concentrazione di piccioni, valuteremo se tentare la cattura con gabbia e la successiva soppressione con smaltimento delle carcasse e se eseguire uno spargimento di mangime sterilizzante. Stiamo cerando di capire a quale strategia ricorrere affidandoci ad aziende specializzate».
L’impegno del Comune, che in bilancio ha previsto una spesa stimata dedicata all’operazione di circa 26mila euro (inclusa la derattizzazione), non potrà però essere sufficiente. Rancan auspica infatti di riuscire a sensibilizzare la popolazione a mettere in campo piccoli accorgimenti per agire nelle proprie abitazioni private. «I sottotetti andrebbero chiusi - spiega l’assessore - bisognerebbe evitare di lasciare cibo in zone esposte. Si potrebbero adottare dissuasori per balconi, terrazzi, cornicioni, finestre e altre superfici. Per evitare di far arrivare i piccioni sotto i portici si potrebbero installare reti anti-intrusione. Per arginare la criticità c’è da agire su più fronti».