Via Roma perde il suo tabaccaio. Daniele Mazzoni chiude dopo 52 anni

Sabato ultimo giorno per il negozio di famiglia, aperto nel novembre del 1973 da Bruna Maccagni, madre dell'attuale proprietario

Elisabetta Paraboschi
|1 settimana fa
Via Roma perde il suo tabaccaio. Daniele Mazzoni chiude dopo 52 anni
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Sabato 29 novembre per Daniele Mazzoni sarà l'ultimo giorno in cui solleverà la saracinesca della sua tabaccheria in via Roma 233, riceverà i clienti affezionati che ogni giorno gli chiedono giornali e sigarette o passano per tentare la sorte al lotto. Dopo 52 anni il suo negozio chiude: ad aprirlo, nel novembre 1973, era stata la mamma di Daniele, la signora Bruna Maccagni. Un'attività di famiglia, dato che negli anni in tabaccheria hanno lavorato Daniele, suo fratello (rimasto fino al 2001) e anche suo papà. «Ma lui veniva solo al sabato - precisa Daniele - perché il suo lavoro era un altro». Il piacentino ha incominciato nel 1980: «Pensare che quando mia mamma ha aperto questa attività era convinta di tenerla per due o tre anni - spiega - e invece ne sono passati più di 50. Del resto il pane questa tabaccheria ce lo ha sempre dato».
Abitanti di viale Dante, dopo l'apertura dell'attività - prima al civico 237, poi al 233 - i Mazzoni si sono trasferiti in via Roma: casa e bottega all'ombra della Lupa, una scelta a cui hanno tenuto fede sempre. «Qui noi ci siamo trovati bene - sottolinea - abbiamo sempre avuto il problema del parcheggio, questo sì . Però, nonostante quello che si dice e nonostante il cambiamento a cui il quartiere è andato incontro, ci siamo sempre stati tranquillamente. E, lo dico adesso che sono ormai arrivato alla definitiva chiusura, in 52 anni non ho mai subito neppure un furto». È mutato il quartiere, ma sono mutate anche le attività: «All'inizio il lavoro principale era rappresentato dalle schedine del lotto e del totocalcio - spiega il tabaccaio - sa, noi siamo stati i primi a fare i sistemi in società: nel 1999 abbiamo avuto una vincita da 914 milioni al totocalcio con un sistema di 70 persone. Il primo sistema che ha vinto era del 19 dicembre 1976. Del resto il totocalcio una base te la dava: su 13 partite almeno la metà rispettavano il pronostico. Adesso non c'è più».
Daniele apre però un armadio in un angolo del suo negozio: è pieno di quaderni su cui, anno dopo anno, ha incollato tutte le schedine del totocalcio dal 1973. Ci sono anche diversi ritagli di giornale che testimoniano le migliaia di vincite registrate dal negozio: «La prima grande risale al 31 dicembre 1978 - spiega mostrando la foto sulla prima pagina di Libertà che lo ritrae accanto alla mamma Bruna - un uomo aveva vinto 69 milioni di lire». Poi gli anni sono passati: «Mia mamma è andata in pensione nel 2001, lei e mio papà sono mancati nel 2012 - continua Daniele - nel 2003 siamo diventati anche edicola; abbiamo avuto il lotto e le scommesse, il totocalcio ora non esiste più. È tutto cambiato ma io sono rimasto qui: ci ho lasciato tutta la vita ma l'ho fatto volentieri, anche se adesso è arrivato il momento di dire stop: ho 66 anni, con mia moglie ci dedicheremo ai figli». Intanto i clienti arrivano: nessuno crede all'imminente chiusura, a tutti Daniele riserva un sorriso, la cortesia di sempre, quella di una volta, quella che mancherà a tutti in questa via Roma.