Muradolo, quattro grosse tane di nutrie negli argini del Riglio

Tassi, istrici, volpi, talpe, nutrie: gli animali fossori lasciano il segno lungo le sponde dei fiumi

Valentina Paderni
|3 settimane fa
Muradolo, quattro grosse tane di nutrie negli argini del Riglio
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Sono almeno quattro le tane, alcune molto grosse, individuate in poche centinaia di metri lungo il torrente Riglio, a Muradolo di Caorso. Potrebbero essere le uniche, come potrebbero essercene tante di più ad interessare l’intero corso d’acqua. Il fenomeno naturale non è sconosciuto, anzi noto e frequente. Così come altrettanto periodici sono gli interventi che vengono messi in campo.
Lo scorso luglio, inserito in un appalto che l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile ha affidato ad un’impresa di Salsomaggiore per un valore complessivo di 400mila euro, rientrava anche, lungo gli argini del torrente Riglio, la chiusura di tane di animali fossori con la posa di rete metalliche per evitare l’intrusione di animali scavatori. Un’operazione simile era stata condotta anche lo scorso anno, poco prima dell’inizio della primavera, quando l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile aveva affidato ad un’azienda di Lugagnano lavori di «somma urgenza» dal valore di 70mila euro per provvedere al taglio della vegetazione e alla chiusura delle tane con mezzi di movimento terra dei torrenti Riglio, Chiavenna e Arda, in varie località dei comuni di Caorso, San Pietro in Cerro, Cadeo, Pontenure e Cortemaggiore.
Questo perché, in seguito all’attività svolta dai volontari di protezione civile e degli ambiti territoriali di caccia era emerso un numero di tane tali «da dover intervenire in modo indifferibile ed urgente, in termini di riduzione del rischio di rotta arginale in caso di piena dei torrenti Riglio, Chiavenna ed Arda».
Considerate le recenti segnalazioni da parte dei residenti di Muradolo, potrebbe essere arrivato di nuovo il momento di condurre una nuova indagine di rilevazione di tane, coinvolgendo ancora i volontari della protezione civile e i cacciatori nell’eseguire sopralluoghi. Alcune tane, infatti, sono state descritte essere molto grandi. Altre, in cui il movimento della terra risultava essere piuttosto fresco, segno che gli animali sono presumibilmente in zona. I cittadini hanno fatto la propria parte, dando comunicazione di quanto osservato - è stato detto - a Regione, Provincia, Consorzio di bonifica e Comune. Il vicesindaco Stefano Gandolfi si è immediatamente attivato, interessando l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile che interverrà per quanto di competenza.
Ma al di là della chiusura delle tane e dell’eventuale posa di reti metalliche per impedire agli animali scavatori di insediarsi sulle sponde di corsi d’acqua causando l’indebolimento degli stessi ed il loro possibile collasso, sarebbe forse necessario cercare di individuare i fossori, posizionando alcune trappole per la loro cattura e il loro trasferimento. Ad esempio, la Regione Emilia-Romagna, in provincia di Modena (a tutela dei fiumi Secchia e Panaro) ha approvato il Piano triennale di limitazione numerica delle specie istrice e tasso.