Allarme della Procuratrice Pradella: «Emergenza violenza sulle donne»
I dati forniti nel corso di una tavola rotonda all'Università Cattolica
Filippo Lezoli
|1 settimana fa

«Viviamo un’emergenza». La definizione di Grazia Pradella, procuratrice della Repubblica del tribunale di Piacenza, inquadra il fenomeno dei maltrattamenti sulle donne. «Sul totale di 397 procedimenti per maltrattamenti in famiglia, ovvero iscrizioni di notizie di reato, quest’anno contiamo 136 fattispecie di stalking, non poche, e 60 procedimenti per violenza sessuale. Lo stalking preoccupa particolarmente perché un reato in costante aumento e che riguarda quasi tutte le classi sociali.
Nella tavola rotonda “Dal contrasto alla prevenzione della violenza di genere: i limiti della tutela penale” svoltasi in Università Cattolica in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sono due gli aspetti che emergono nell’intervento di Grazia Pradella: quando si parla di maltrattamenti e violenza che ha per vittime le donne ci si trova di fronte a un’emergenza e, secondo punto, la soluzione non può essere riposta completamente nel codice rosso.
Marisella Gatti, presidente della Sezione civile del tribunale di Piacenza, ha invece portato i dati del 2024: su 190 nuovi procedimenti giudiziari al tribunale di Piacenza, dove c’è quindi conflittualità nelle separazioni, nel 30% dei casi c’è stata violenza domestica. «La materia dei maltrattamenti in famiglia è delicata - dice Gatti - l’avvocato e il giudice entrano nelle vite degli altri, negli aspetti più intimi. Studi scientifici affermano che la violenza subìta da una madre incinta lascia tracce sul dna del figlio, favorendo l’invecchiamento precoce e la futura predisposizione alla malattia. Un trauma non solo lascia un ricordo, ma è memoria viva e biologica, oltre che culturale, che può riaffiorare nelle generazioni successive». Il problema c’è, eppure qualcosa si muove. «Dal 1994 ci occupiamo del tema - dice Donatella Scardi, presidente del Centro antiviolenza - nel ‘96 la violenza sessuale è diventata reato contro la persona, ma quando siamo nati era ancora contro la morale e il concetto di violenza domestica non esisteva. Oggi parliamo invece di femminicidi. Di lavoro ne è stato fatto tanto».
Nella tavola rotonda “Dal contrasto alla prevenzione della violenza di genere: i limiti della tutela penale” svoltasi in Università Cattolica in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sono due gli aspetti che emergono nell’intervento di Grazia Pradella: quando si parla di maltrattamenti e violenza che ha per vittime le donne ci si trova di fronte a un’emergenza e, secondo punto, la soluzione non può essere riposta completamente nel codice rosso.
Marisella Gatti, presidente della Sezione civile del tribunale di Piacenza, ha invece portato i dati del 2024: su 190 nuovi procedimenti giudiziari al tribunale di Piacenza, dove c’è quindi conflittualità nelle separazioni, nel 30% dei casi c’è stata violenza domestica. «La materia dei maltrattamenti in famiglia è delicata - dice Gatti - l’avvocato e il giudice entrano nelle vite degli altri, negli aspetti più intimi. Studi scientifici affermano che la violenza subìta da una madre incinta lascia tracce sul dna del figlio, favorendo l’invecchiamento precoce e la futura predisposizione alla malattia. Un trauma non solo lascia un ricordo, ma è memoria viva e biologica, oltre che culturale, che può riaffiorare nelle generazioni successive». Il problema c’è, eppure qualcosa si muove. «Dal 1994 ci occupiamo del tema - dice Donatella Scardi, presidente del Centro antiviolenza - nel ‘96 la violenza sessuale è diventata reato contro la persona, ma quando siamo nati era ancora contro la morale e il concetto di violenza domestica non esisteva. Oggi parliamo invece di femminicidi. Di lavoro ne è stato fatto tanto».

