Donatello e le sculture in terracotta

06 Marzo 2020 16:07



(ANSA) – ROMA, 06 MAR – Non solo marmo, bronzo o pietra. I maestri scultori del Rinascimento crearono opere di grande pregio anche con la terracotta, considerata più umile ma non per questo meno ricercata. Se Padova e il suo territorio conquistarono il primato in questo campo il merito fu di Donatello che in città, a ridosso della Basilica del Santo, aprì la sua bottega. Dopo di lui vennero Bartolomeo Bellano, Giovanni De Fondulis e Andrea Riccio, rafforzando una tradizione che fece di quella zona un unicum. Migliaia di sculture abbellirono chiese, sacelli, capitelli, conventi e grandi abbazie di un’ area che abbraccia anche Vicenza, Treviso, Belluno e Venezia. Una ventina di lavori scampati alla dispersione causata nei secoli da indifferenza, furti e vandalismi rendono testimonianza del valore di questo enorme patrimonio perduto nella mostra “A nostra immagine. La scultura in terracotta nel Rinascimento. Da Donatello a Riccio” che il Museo Diocesano di Padova ospita fino al 2 giugno, a ingressi contingentati per motivi di precauzione in tempo di coronavirus. Nelle Gallerie del Palazzo Vescovile i curatori Andrea Nante e Carlo Cavalli hanno riunito gli esempi più eloquenti della produzione uscita dalle fucine degli artisti, dalle scene di gruppo, come i Compianti, alle piccole e raffinate Madonne con Bambino, alle immagini dei Santi venerati dalle famiglie, opere presenti nella zona accanto a quelle prestate da musei italiani e internazionali. Tra le opere di maggior valore c’è la Madonna con Bambino di Donatello, prestata dal Louvre. Il visitatore può inoltre vedere ricomposto il Compianto di Andrea Riccio, oggi diviso tra la Chiesa padovana di San Canziano e i Musei Civici della città. (ANSA).

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