Fra casting e tamponi Miss Italia nell’era della pandemia

13 Dicembre 2020 15:17

 

(ANSA) – ROMA, 13 DIC – “Ho voluto fare Miss Italia comunque, anche in questo brutto anno, perché bisogna continuare a sognare. Certo, abbiamo rispettato tutte le regole per garantire la sicurezza delle ragazze. Ma non andranno con la mascherina davanti alla giuria, devono poter mostrare il viso. Del resto tutte hanno fatto i test per il Covid. Inoltre ho evitato di farle sfilare in costume da bagno per non scoprirle troppo. Indosseranno invece top, leggings e sneakers nella prima uscita e gli abiti da sera nella seconda. La fascia con il nome della regione italiana che rappresentano invece che il tipico numero”. Patrizia Mirigliani, patron dello storico concorso italiano di bellezza, non molla neppure davanti all’emergenza coronavirus. “Nella giuria presieduta da Paolo Conticini – spiega Patrizia Mirigliani, alla vigilia dell’evento che andrà in streaming da Roma il 14 dicembre – con la criminologa investigativa Roberta Bruzzone, il modello Akash Kumar, la fotografa Tiziana Luxardo, Raoul D’Alessio, medico e studioso di riabilitazione estetica e la psicoterapeuta Maddalena Cialdella, ho voluto anche Manila Nazzaro, Miss Italia nel 1999”. La selezione, che è centrata sul colloquio delle miss con la giuria (senza tv non ci sarà il televoto) sarà presentata da Alessandro Greco, “come segno di continuità dopo la conduzione di un anno fa su Rai1”, affiancato da Margherita Praticò, presentatrice delle selezioni di Miss Italia nel Lazio. Le 23 concorrenti della finale di Miss Italia, che si terrà per la prima volta a Roma in 80 anni di storia del concorso, sono state sottoposte dunque a severe regole per garantire la sicurezza. Intanto alle miss che provenivano da regioni in cui sono in vigore modalità restrittive, a cui è stato consentito di spostarsi per motivi di lavoro, per consentire la partecipazione in presenza l’organizzazione ha richiesto l’esito negativo di un tampone e relativa certificazione. Inoltre ciascuna miss è stata sottoposta al test sierologico rapido, con l’aiuto di un infermiere e di personale abilitato. (ANSA).

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