Fresi, nei Delitti del Barlume giallo e commedia in pandemia

08 Gennaio 2021 18:24

(ANSA) – ROMA, 08 GEN – Non potremmo sentirla più vicina l’ottava stagione de I delitti del Barlume, la serie crime/comedy diretta da Roan Johnson che trae ispirazione dal mondo dell’immaginaria cittadina toscana Pineta (si gira a Marciana Marina, sull’Isola d’Elba, ndr), nei romanzi di Marco Malvaldi (Sellerio Editore). Nelle due nuove storie in prima tv l’11 e il 18 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, disponibili anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV, i personaggi, interpretati da un cast perfettamente in sintonia composto, fra gli altri, da Filippo Timi, Lucia Mascino, Alessandro Benvenuti, Stefano Fresi, Corrado Guzzanti, Atos Davini, Massimo Paganelli, Marcello Marziali, Enrica Guidi, si ritrovano ad affrontare la pandemia tra mascherine, videochiamate (anche per le partite a carte) e lockdown. Ostacoli che non frenano comunque le indagini su nuovi crimini portate avanti (anche da casa) dal commissario Vittoria Fusco (Mascino) con il contributo più o meno richiesto del barista, con un’attitudine a risolvere misteri, Massimo Viviani (Timi). “Ritroviamo tutti costretti dalla situazione e non dice bene quasi a nessuno – spiega all’ANSA Stefano Fresi -. Con il mio personaggio, il povero Beppe, mi trovo nella convivenza forzata con quel pazzo furioso di Pasquali (Guzzanti) che me ne combina di tutti i colori”. Con la serie, produzione Sky Original coprodotta con Palomar, il regista Roan Johnson dimostra di essere “un dinamitardo coraggiosissimo – sottolinea l’attore -. Far entrare nelle storie l’emergenza covid è una decisione che ci riporta allo spirito della commedia all’italiana, quella di Monicelli, di Scola. Stiamo vivendo tutti la pandemia, perché non parlarne. Rispettandola ma anche sdrammatizzandola un po”. I delitti del Barlume è stata una delle prime produzioni a tornare sul set dopo il lockdown, ma il settore dello spettacolo soprattutto per il teatro, vista la chiusura prolungata per cinema e teatri è in profonda crisi: “Ti fanno sentire il settore più sacrificabile tra i sacrificabili e invece la cultura è una medicina che ci ha aiutato molto in questi mesi”. (ANSA).

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