Isabelle Huppert a Cannes, non mi intimidisce nessuno
13 Luglio 2021 20:03
(ANSA) – CANNES, 13 LUG – Oltre 100 film, una quantità di premi, ben 118 (escluse le nomination e l’Oscar sfumato all’ultimo minuto per Elle di Paul Verhoeven nel 2016) che è legittimo chiedersi dove li tenga riposti. E poi ancora tantissimo teatro, compresa l’ultima piece, Il giardino dei ciliegi in una nuova versione attualizzata del capolavoro di Cechov che ha aperto il festival di Avignone il 5 luglio, diretta dal regista portoghese Tiaro Rodrigues, futuro direttore della prestigiosa rassegna. Ecco a voi Isabelle Huppert, monumento vivissimo dello spettacolo francese, carismatica protagonista musa di Claude Chabrol, diretta da Tavernier, Kiarostami, Haneke, Benoit Jacquot, Godard, Bellocchio, Taviani, Anne Fontaine, Ozon. Protagonista oggi al festival di Cannes di un pomeriggio Rendez Vous in cui ha parlato del suo lavoro, della costruzione dei personaggi dall’alto del suo fascino, del suo prestigio di cui ovviamente è perfettamente consapevole. “Non mi intimidisce nessuno”, dice senza preoccuparsi di darsi arie. Huppert sa gestire il suo talento da decenni con l’impeccabile professionalità di cui ha grande fama. Dunque non si emoziona più? “Cerco sempre di sorprendere me stessa per poter entrare nei personaggi e dare loro vita, mantenermi sul crinale tra visibile e invisibile, tra quello che dici e quello che non dici. Questo per me è la recitazione e non trovo in ciò alcuna differenza tra cinema e teatro, io non li distinguo dal punto di vista degli attori. Il mio sforzo è sempre lo stesso: evitare le vie convenzionali, riuscire ad essere credibile anche in situazioni improbabili e straordinarie e trattenere, non aggiungere niente, semmai sottrarre. Io cerco una soggettiva per creare il ruolo, una strategia che però deve prescindere dalla libertà. E poi – aggiunge – essere intensa, avere come mantra il ‘qui e ora’, così sorprendi anche te stessa”. Michel Haneke è il suo regista preferito, un sodalizio con La Pianista, che resta forse tra i suoi film migliori “il film che amo”, proseguito con Il tempo dei lupi, Amour e Happy End): “con lui no fake”, dice esaltando “la verità, la credibilità” dei suoi film. (ANSA).
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