Le Muse inquiete, la Biennale tra arte e storia

29 Agosto 2020 15:14


(ANSA) – VENEZIA, 29 AGO – Arti e Storia. In 125 anni di vita, fin dalla prima esposizione d’arte del 1895, La Biennale di Venezia non ha potuto sottrarsi a questo binomio. Un confronto, a seguire il percorso della mostra “Le Muse inquiete. La Biennale di fronte alla storia”, al Padiglione centrale dei Giardini, fino all’8 dicembre, che si fa serrato, come oggi, in quel “secolo brevissimo” che va dagli anni ’20, quando la mano e la volontà del fascismo si allungano sull’istituzione, ai grandi momenti della rinascita post-bellica, con la memorabile mostra d’arte del ’48 (Picasso per la prima volta o la “scoperta” dell’arte statunitense grazie a Peggy Guggenheim), alle contestazioni del ’68, all’irrompere della guerra fredda e della caduta del Muro di Berlino, fino agli anni ’90 con gli albori della globalizzazione e il cambio di Statuto e il passaggio dell’ente a Fondazione. Spinta da uno di quei grandi eventi che cambiano la storia, la pandemia da Covid19 – come prima è successo con le guerre, i conflitti sociali, gli scontri generazionali e le profonde trasformazioni del ‘900 che “hanno premuto contro i confini dell’Istituzione veneziana” a dirla con Cecilia Alemani, coordinatrice del progetto e direttrice dell’esposizione d’arte slittata al 2022 – la Biennale ha voluto fare i conti con le sue vicende in rapporto alla società, alla politica, ai grandi eventi del mondo. (ANSA).

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