Mayer, Filarmonica chiusa, suono nei parchi di Berlino

04 Maggio 2021 18:28

(ANSA) – BERLINO, 04 MAG – Simon Rattle lo ha definito una volta il “miglior oboista del mondo”. E un musicista così, Albrecht Mayer, membro della Filarmonica di Berlino, in pandemia, ha suonato per mesi nei parchi della capitale. Come un artista di strada e senza farsi individuare. Perché fin da bambino, spiega in un’intervista all’ANSA, del rapporto con il pubblico lui aveva “bisogno”. Una “esperienza fisica”, che può comprendere fino in fondo solo chi l’ha provata. Mayer racconta lo smarrimento di tanti musicisti, che non hanno potuto più fare il proprio lavoro, a causa del Covid: “io sono fortunato, ma ci sono colleghi disperati, che hanno perduto l’esistenza…” E chiede con fermezza: “i teatri vanno riaperti”. Grande fan dell’Italia, rievoca i duri mesi alle spalle: “L’estate scorsa, quando si è capito che molti concerti venivano disdetti, e in modo duraturo, la speranza si spegneva, settimana dopo settimana. Non avevamo più alcuna prospettiva. Mia moglie mi ha detto: ‘prendi la bici e vai in giro, porta l’oboe e suona, magari anche al parco’. E io l’ho fatto”. “Ogni giorno ne ho scelto uno diverso, a Wedding, Moabit, e in altri quartieri poco centrali. È stato molto bello, perché ho suonato per la gente che incontravo… Ovviamente non chiedevo soldi. Era però come stare su una piccola scena. Questo psicologicamente mi ha molto aiutato”. Alla luce della lentezza delle riaperture in Germania, dove la cultura è in lockdown da metà novembre, con pochissimi momenti di sosta, aggiunge ironico: “sono quasi certo che dovrò farlo di nuovo”. Da giorni Mayer si rivolge ai media tedeschi – fra l’altro per presentare l’ultimo cd, con la Deutsche Grammophon, dedicato al repertorio per oboe di Mozart – per rafforzare questo messaggio: “Sento il dovere di parlare anche per chi ha meno voce di me. Tanti artisti e musicisti, che sono finiti in bancarotta e hanno perso la loro esistenza. Non sono semplicemente frustrati, sono disperati. Io capisco la serietà della situazione, è orribile pensare a quante persone siano morte in questa pandemia. Certo. Ma questa è una parte della medaglia. L’altra è che non c’è stato alcun caso di contagio rilevato durante un concerto in sala”. (ANSA).

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