Meduse e unicorni, Hirst trova casa alla Borghese
07 Giugno 2021 19:26
(ANSA) – ROMA, 07 GIU – Le tele di Tiziano, Raffaello e Leonardo, una collezione ineguagliata di Caravaggio, le sculture direttamente commissionate a Bernini. Colto, ricco e potente, Scipione Borghese, il cardinale cui apparteneva la strepitosa villa che oggi ospita l’omonima Galleria, fu un collezionista senza eguali, innamorato dell’arte al punto da inseguirla senza scrupoli. E chissà cosa direbbe oggi trovandosi a tu per tu con le 80 opere di Damien Hirst, l’artista più celebrato e controverso del nostro tempo che giganteggiano nel suo maestoso atrio e invadono ogni sala in un gioco di dialogo e di rimandi con i pezzi più amati della sua collezione, le meduse in oro o malachite o bronzo nella sala dei sei Caravaggio, le due grandi teste di unicorno davanti ai Raffaello, due minacciosi cerberi che sembrano ringhiare al ratto di Proserpina scolpito da Bernini. Intitolata “Archeology now”, la mostra che si apre dall’8 giugno al 7 novembre nel prestigioso museo romano, affolla uno scrigno del barocco di opere contemporanee che in realtà si dimostrano perfettamente in tema con il sogno del Cardinal Scipione e le idee degli artisti che resero unica la sua corte. Ed ecco che affiancati e spesso addirittura mimetizzati tra le opere del passato, quasi come facessero parte da sempre della collezione Borghese, si incontrano in queste stanze, già di per sé incredibili per il numero di capolavori ma anche per il fasto dell’architettura e delle decorazioni, personaggi favolosi, soggetti mitologici, rielaborazioni raffinate e coltissime di reperti archeologici, frutto della sfrenata fantasia dell’artista di Leeds, con l’esibizione di una tecnica mirabile che emerge nelle grandi tele come nelle sculture dai materiali preziosi, oro e argento, marmo, bronzo e poi cristallo di rocca, corallo, pietre dure. (ANSA).
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