Prince, 5 anni senza il genio ribelle della black music
18 Aprile 2021 14:16
(ANSA) – ROMA, 18 APR – Prince è morto il 21 aprile di 5 anni fa, stroncato da un’overdose di un farmaco oppioide mentre era da solo nell’ascensore della sua villa-studio a Minneapolis. Un finale di partita tristissimo per uno dei talenti più strabilianti della storia della Black Music e non solo. Persino Miles Davis, uno che nei giudizi era tutt’altro che generoso e che aveva collaborato con lui in “Sign O’ The Times”, lo definiva un piccolo genio, “un mix di Marvin Gaye, Jimi Hendrix, Sly Stone, Little Richard, Charlie Chaplin… può essere il nuovo Duke Ellington. Prince è capace di conquistare chiunque perché capace di nutrire le illusioni di tutti”. Cantante strepitoso, chitarrista formidabile, ballerino irresistibile, suonava benissimo il pianoforte e praticamente tutti gli strumenti, era una sorta di enciclopedia vivente della musica ed era capace di spaziare da Ellington ai Led Zeppelin con disarmante disinvoltura. Si chiamava Roger Nelson, era nato il 7 giugno 1958 a Minneapolis dove, come accade in molte città d’America, c’era una ribollente scena musicale underground dei cui umori creativi si è nutrito fin da bambino. A 19 anni era già sotto contratto con la Warner, a 26 ha inciso “Purple Rain”, album da 13 milioni di copie in un anno, ha vinto l’ Oscar per la colonna sonora del film che ha lo stesso titolo dell’album, lo vede protagonista e che ha avuto un inaspettato trionfo al botteghino. Da allora è cominciata la sua vita da star tormentata e in guerra con l’industria, in un’alternanza di picchi inarrivabili, “Sign O’ The Times” e delusioni, ritiri dalle scene, cambi di nome, vedi Tafkap (The Artist Formerly Known as Prince), improvvise svolte stilistiche, flop e stupefacenti resurrezioni artistiche. Dai suoi archivi gli eredi hanno appena tirato fuori “Welcome 2 America”, un album registrato nel 2010 in cui Prince fa un ritratto dell’America che sembra anticipare le drammatiche divisioni dell’era Trump. Negli articoli usciti in questi giorni c’è una notizia che sembra fatta apposta per ridare vigore alla leggenda del tesoro nascosto nella villa di Minneapolis: il 70 per cento della musica registrata da Prince sarebbe ancora inedito. (ANSA).
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