Sandro Veronesi, ‘Il colibrì’? ‘Il mio migliore amico’

03 Luglio 2020 19:51


(di Mauretta Capuano) (ANSA) – ROMA, 03 LUG – Sandro Veronesi ha conquistato il record, raggiunto finora soltanto da Paolo Volponi, di vincere due Premi Strega, nel 2006 con ‘Caos calmo’ e 14 anni dopo, con ‘Il colibrì’ premiato con 200 voti il 2 luglio, in una serata finale segnata dalla pandemia, senza grande pubblico, con mascherine e distanziamenti al Museo Etrusco di Villa Giulia, a Roma. Ma la scia di cose positive che ha portato questo fortunato romanzo, che ha venduto oltre 100 mila copie, va ben oltre. “Non è eccezionale che La nave di Teseo, fino all’anno scorso piccola casa editrice e ora non più, vinca lo Strega dopo meno di cinque anni di vita? E’ a Umberto Eco che bisogna dire grazie, perché sapeva di non avere ancora molto tempo davanti a sé quando la ha fondata e oggi avrebbe potuto vedere tutto questo” dice all’ANSA Veronesi il giorno dopo la vittoria in cui non vuole fermarsi sui suoi due Premi Strega. “Al Museo Etrusco di Villa Giulia c’erano i miei due padri letterari: Paolo Repetti che quando stava a Theoria ha pubblicato il mio primo libro e Gian Arturo Ferrari che mi chiese di passare a Mondadori. Poi c’era Fandango Libri, fondata 20 anni fa nel mio garage e La Nave di Teseo che ho contribuito a fondare. E in sestina c’era un libro, ‘Febbre’ di Jonathan Bazzi, che cito ne ‘Il colibrì’. E’ stata un’esperienza su cui dovrò riflettere con la mia analista” spiega Veronesi. Ma quanto c’è di Veronesi in Marco Carrera? “C’è l’anno di nascita, il 1959. La cosa molto diversa da me è la sua natura di colibrì, è uno che resta, che tiene botta. Io sono un ragazzo degli anni ’70 quando il mito era il cambiamento. Carrera è il mio opposto e provo attrazione per lui, mi ha fatto piacere stare in sua compagnia. Mi sarebbe piaciuto molto incontrare uno così, sarebbe stato il mio migliore amico. Io gli avrei insegnato a muoversi un po’ e lui mi avrebbe aiutato ad avere un po’ di giudizio” spiega l’autore del romanzo che forse avrà una trasposizione cinematografica, come era accaduto per ‘Caos calmo’, diventato un film con Nanni Moretti. “C’è già un’opzione per farne un film, ma non ci metto bocca. Me lo disse Moravia che non bisogna mai collaborare alla sceneggiatura” dice Veronesi . (ANSA).

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