Sting, connessioni e curiosità nei miei Duets

18 Marzo 2021 21:51


(di Cinzia Conti) (ANSA) – ROMA, 18 MAR – “Cantare è una cosa molto intima, ma puoi farlo anche a distanza, il che ovviamente in questi tempi è una cosa utile. Ma comunque dobbiamo connetterci e penso che la musica sia uno dei modi migliori per connettersi”. Lo dice Sting parlando del nuovo album “Duets”, in uscita il 19 marzo, una raccolta delle più celebri “connessioni” e collaborazioni collezionate nella sua lunga carriera, Mary J. Blige a Herbie Hancock, da Eric Clapton ad Annie Lennox, da Charles Aznavour a Melody Gardot, da Maitre Gims a Shaggy. Fino a September – canzone nata durante la pandemia quando si guardava a settembre “come momento in cui tutto sarebbe finito, con la pioggia sarebbe arrivata a lavare via tutto” – frutto della grande amicizia e del sodalizio artistico con Zucchero. “Ho guardato indietro al mio lavoro negli ultimi 20-30 anni – spiega l’artista – e ho trovato alcuni duetti che avevo già fatto, di alcuni mi ero effettivamente dimenticato. Almeno avevo dimenticato come suonavano e sono rimasto sbalordito da quante di queste grandi canzoni c’erano, grandi duetti, e ho pensato: ‘Non sarebbe fantastico metterlo su un disco in questo tempo di separazione dove ci stiamo connettendo?’ Quindi Duets – rivela – è nato per caso ma ne sono molto contento, mi ha sorpreso e spero che sorprenda anche gli altri”. “Risentire queste canzoni – riflette Sting – ha fatto riaffiorare davvero molti ricordi. Ad esempio, Charles Aznavour è venuto a casa mia in Inghilterra negli anni ’90, credo. Abbiamo registrato una canzone insieme, stavo persino cantando in francese, e non la ricordavo finché non l’ho sentita. Mi sono ricordato che uomo affascinante era e che icona: che Aznavour sia entrato a casa mia, abbia cenato e cantato con me è stato un grandissimo onore”. Ma anche tutti gli altri duetti sono notevoli. “Con un musicista del calibro di Herbie Hancock, abbiamo scelto questa “My Funny Valentine” perché è una delle mie canzoni preferite. È un classico ma è un arrangiamento così insolito, molto libero, di cui sono molto entusiasta. E Mary J. Blige canta la mia canzone “Whenever I say Your Name”, è stato un momento molto emozionante, è una cantante eccezionale e ha portato qualcosa che io non avrei potuto fare da solo”. (ANSA).

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