Venezia: Sorrentino guida la carica degli italiani

29 Agosto 2021 17:47

(ANSA) – ROMA, 29 AGO – C’è uno squadrone italiano protagonista a Venezia 78 (1-11 settembre), una partecipazione da record con cinque film in concorso e tantissimi in selezione e altre sezioni, da Orizzonti alle Giornate degli Autori, che ben rappresentano il nuovo cinema italiano, dalla generazione dei registi affermati come il premio Oscar Paolo Sorrentino e Mario Martone ai nuovi talenti, dai fratelli D’Innocenzo a Gabriele Mainetti atteso alla seconda prova e poi ancora gli emergenti come Leonardo Di Costanzo, Laura Bispuri, Stefano Mordini, Alessandro Gassman. Ecco una guida degli italiani alla Mostra, a cominciare dai 5 per il Leone. E’ STATA LA MANO DI DIO – A 20 anni esatti dal primo film L’uomo in piu’ con Toni Servillo, Sorrentino porta a Venezia un autobiografico racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita nella storia di Fabietto, ragazzo nella Napoli degli anni ’80. Nel cast, accanto al protagonista/alter ego Filippo Scotti, un fantastico Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri. QUI RIDO IO – Mario Martone racconta la vita del grande attore comico e commediografo della Napoli dei primi del ‘900 Eduardo Scarpetta interpretato da Toni Servillo (che ha anche un terzo film, AriaFerma di Leonardo Di Costanzo). AMERICA LATINA – Al terzo film i gemelli D’Innocenzo conquistano il concorso. Per il nuovo film (“una storia d’amore, e come tutte le storie d’amore un thriller”), hanno di nuovo scelto come protagonista Elio Germano nei panni del titolare di uno studio dentistico a Latina. FREAKS OUT – E’ il nuovo ambizioso film di Gabriele Mainetti che con l’opera prima Lo chiamavano Jeeg Robot ha dato una scossa al cinema italiano. Ritrova nel cast Claudio Santamaria. Il film d’avventura e di formazione racconta una storia “nella Roma occupata del 1943 con quattro freak, unici e irripetibili, protagonisti di una Storia piu’ grande di loro”. IL BUCO – Dopo 11 anni è il ritorno al cinema di Michelangelo Frammartino. Nell’agosto del 1961 un gruppo di giovani speleologi piemontesi scopre a poco meno di 700 metri di profondità’ una delle grotte più profonde del mondo, l’Abisso del Bifurto dell’altopiano del Pollino, sotto lo sguardo di pastori. (ANSA).

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