Slow Food, il team del buono, pulito, giusto e sano

Di Giorgio Lambri 08 Aprile 2021 12:46

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Anche Piacenza ha la sua squadra (il nome tecnico è condotta) di uomini e donne, vignaioli e contadini, cuochi e attivisti, artigiani e produttori, giovani e meno giovani che si riconoscono nel manifesto di Carlin Petrini: una rete fisica di persone che mettono al centro il bene della relazione e il valore della biodiversità e si pongono l’obiettivo del cibo buono, pulito, giusto, sano per tutti. È il team di Slow Food, che nei giorni scorsi ha tenuto il congresso provinciale e tracciato la strada per i prossimi anni, un percorso che assume particolare valore in un momento come questo, nella speranza di uscire dalla pandemia con un Paese e una società più giusta e sostenibile, capace di valorizzare a pieno le prerogative di unicità e biodiversità dei luoghi. «Anche nel territorio piacentino – spiega il fiduciario dal 2014 della condotta locale, Nando Tribi – nonostante la difficile fase che stiamo vivendo, diversi giovani hanno intrapreso o rafforzato esperienze artigiane e professionali legate al mondo del cibo e segnate da una forte convinzione nella difesa della biodiversità, nella salvaguardia dell’ambiente, nella tutela e valorizzazione delle produzioni tipiche. Si tratta di segnali e sforzi che vanno incoraggiati e sostenuti». Come? Sono tanti e ambiziosi gli obiettivi di Slow Food Piacenza, che sul nostro territorio rappresenta un centinaio di realtà tra osterie, vignaioli, botteghe, contadini e artigiani del cibo; altrettanti attivisti e quasi cinquecento simpatizzanti che partecipano almeno a livello di conoscenza alle iniziative della condotta.
Uno dei progetti più interessanti su cui lavora il team di Nando Tribi è l’aggiornamento e implementazione costante della app “Slow Food in tasca”, che consente a chi arriva nel nostro territorio di individuare e geolocalizzare rapidamente tutti i protagonisti del cibo buono, pulito, giusto e sano. Ma anche l’ampliamento della rete dei “cuochi dell’alleanza”, che a Piacenza sta già raccogliendo adesioni e che si concretizza nel garantire la presenza costante nei propri menù di un certo numero di piatti che contengano prodotti segnalati da Slow Food. «Un altro nostro impegno – spiega Tribi – è quello di ampliare la rete dei produttori impegnati nell’unico presidio piacentino esistente, cioè la la Mariola, che attualmente viene prodotta con le caratteristiche previste dal disciplinare solo dai Fratelli Salini di Groppallo».
E sempre in tema di eccellenze locali, un impegno della condotta è quello di individuare ulteriori prodotti (e relativi produttori e trasformatori) da tutelare e salvaguardare nell’ambito dell’Arca del Gusto. «Attualmente sono presenti i maccheroni alla bobbiese, il pum vardòn, il batarò – conferma Tribi – stiamo lavorando sulla verza di Piacenza, la crocetta piacentina e le fagiolane di Cerignale. In questo contesto abbiamo anche lavorato sul “miccone di Stradella” che a Piacenza viene prodotto da Stefano Chieregato di Chiere».
L’impegno per i prossimi anni riguarderà anche la creazione di percorsi di scoperta del territorio e della sua biodiversità enogastronomica da inserire nel nuovo progetto Slow Food Travel e la costante valorizzazione, attraverso iniziative di comunicazione e sostegno (inclusa l’attenzione alla compilazione delle Guide Slow Food e Slow Wine) tutti coloro che si impegnano, nell’ambito della produzione di cibo, nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente, della biodiversità. Con un occhio attento alla scuola «per diversificare e moltiplicare gli interventi formativi e didattici – prosegue il delegato di Slow Food Piacenza – sia quelli dedicati agli adulti – anche attraverso momenti di conoscenza e degustazione guidati – sia quelli rivolti alle scuole, a partire dal progetto dell’Orto in Condotta, anche grazie a un rafforzamento dei rapporti con l’Istituto Tecnico-Professionale Agrario Alberghiero. E sempre in tema di scuole vorremmo dare seguito concreto all’indagine realizzata sullo stato delle mense scolastiche e proposta di sperimentazione del progetto “Pensa che mensa”, che speriamo possa portarci in futuro a entrare concretamente nelle mense con dei menù Slow Food». La condotta di Piacenza, inoltre, partecipa a pieno titolo all’iniziativa/progetto lanciato dal Comitato Esecutivo Regionale Slow Food Emilia-Romagna per la valorizzazione di quel tesoro inesauribile che è la “pasta ripiena”, quale prodotto capace di accomunare sul piano culturale, artigiano, gastronomico l’intero territorio regionale, pur nella bellissima eterogeneità e biodiversità di ciascuna declinazione propria di ogni contrada, da Piacenza a Rimini.

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