Dompè: “Vaccino entro otto mesi ma importanti anche farmaci anticorpali”

15 Ottobre 2020 19:20

“Sono le crisi e le difficoltà che tirano fuori il meglio. L’innovazione è la chiave indispensabile oltre all’applicazione della scienza. Dobbiamo farci guidare dalla necessità di trovare una cultura che si trasformi in economia della conoscenza”: Sergio Dompè, presidente del gruppo farmaceutico Dompè è stato ospite dell’incontro organizzato, nel rispetto delle normative anti Covid, dal gruppo dei Giovani industriali di Piacenza guidato da Lorenzo Marchi. L’incontro si è svolto nel Piccolo museo della poesia nell’ex chiesa di San Cristoforo, una scelta molto apprezzata dai partecipanti.

L’incontro ha rappresentato un’occasione per ascoltare direttamente dal protagonista la testimonianza di una storia imprenditoriale di successo molto interessante in un mercato altamente competitivo in cui l’innovazione rappresenta la leva fondamentale.

“Sul fronte dell’innovazione – ha spiegato Dompè – l’Italia non è messa benissimo ma ha elementi di buona aspettativa, il migliore è quello dato dalla solidarietà sociale, tecnica e organizzativa del sistema sanitario nazionale. Proprio in questi momenti capiamo che erogare le migliori cure a tutta la popolazione è importante. Abbiamo anche ottime capacità scientifiche, sulla medicina siamo tra i più citati in assoluto”.

Nel mondo c’è grande attesa per il vaccino anticovid. “E’ vero c’è grande attesa sul vaccino ma vorrei che fosse accompagnata dalla non eccessiva aspettativa. Il vaccino è importante ma ci sono anche molti farmaci che tengono sotto controllo la malattia e ciò che conta è l’aumento geometrico della conoscenza perché solo così riusciremo ad avere una gestione migliore. Detto questo, l’approccio vaccinale che sembra essere non troppo lontano (tra 4 e 8 mesi) è importante ma ci sono anche le medicine fatte con anticorpi che sono un’altra aspettativa molto concreta e che può dare una grande mano”.

Le statistiche parlano di due milioni di posti di lavoro persi a causa dell’emergenza Covid. “Dobbiamo lavorare tutti e l’Europa ci sta dando una mano per fare in modo di intravedere a breve delle soluzioni perché quei posti di lavoro possano essere congelati o tornare al più presto”.

 

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