Addio a Jerry Lee Lewis, l’ultimo rockabilly

E’ scomparso Jerry Lee Lewis, “the killer”, l’ultimo rockabilly. Il primo annuncio della sua scomparsa è arrivato dal sito Tmz, e poi ritirato. Dopo poche ore, la conferma della morte definitiva di uno dei padri del rock’n’roll.
Nato il Louisiana, Jerry da ragazzino viene sospeso dalla scuola che frequenta per aver suonato al pianoforte una versione boogie-woogie di un brano sacro. La cosa è considerata irriverente e insomma, i semi del suo carattere e del suo stile diabolico, incandescente soprattutto nelle sue indimenticabili performance live (ricordate in questi giorni da tante rockstar che lo reputano un “padre”, tra le quali spicca in modo particolare Keith Richards dei Rolling Stones) già fermentano.

Arrivano subito alcuni successi, pubblicati dalla Sun Records – la stessa che in quegli anni ha sotto contratto Carl Perkins e Roy Orbison. E con “Great Balls of Fire” la consacrazione assoluta, non solo negli Stati Uniti ma anche in Gran Bretagna. Proprio qui, però, scoppia uno scandalo: alcuni giornalisti scoprono infatti che si è sposato con una cugina tredicenne. Il musicista viene così messo “in panchina” per un periodo.
Negli anni Sessanta, trova una certa pace incontrando la musica Country, e firma una ventina di dischi apprezzati. Non si tratta però di una vera e propria “redenzione”. Jerry Lee Lewis continua ad avere problemi con la legge, drammi personali ed episodi di violenza. Un giorno penetra nella villa di Elvis Presley in stato d’ebbrezza, più volte viene arrestato. Eppure, ha indicato la strada a tantissimi altri pianisti (pensiamo solamente ad Elton John) e musicisti fondamentali.
Non una strada maestra, ma senz’altro Rocked ‘n’ Rolled.

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