Bruce Springsteen, l’annuncio del disco, il costo dei biglietti, l’attesa e le polemiche

Questo è indubbiamente un autunno caldo per i fan di Bruce Springsteen. Il dato principale è l’annuncio di un nuovo album, che uscirà l’11 novembre (e attendiamo di ascoltarlo per parlarne). Si tratta di un Cd che conterrà 15 cover di storici brani soul, gli stessi che lui amava e ascoltava da ragazzo.
Molto prima, c’è stato l’annuncio delle tre date italiane con la E Street Band nel 2023 (ricordiamole: Ferrara, 18 maggio al Parco Urbano Bassani; Roma, 21 maggio al Circo Massimo, e Monza, 25 luglio all’autodromo). Per chi ancora non avesse provveduto, sappiate che il sito ticketone.it mette in vendita solo qualche biglietto per quest’ultima data. Ma poi, come sempre, chi è deciso a sborsare altre cifre potrà rivolgersi ai bagarini.
E se, nonostante l’ottimo lavoro di Claudio Trotta, in Italia il costo del biglietto per un concerto del Boss è ancora accettabile (dovremmo ricordarci di regalare a Claudio il panettone artigianale ogni anno a Natale per questo), altrove fioccano le polemiche.
Prendiamo l’America. Subito dopo l’annuncio, tramite le piattaforme più utilizzate il cosiddetto fenomeno del “secondary ticketing”, ossia della rivendita dei biglietti – che le stesse piattaforme riescono ad acquistare in massa sin dall’inizio – alcune cifre dei biglietti per gli show americani del Boss arrivavano a sfiorare i 20mila dollari (e non solo). Alcuni hanno iniziato a chiedersi se anche gli artisti, in questo caso Bruce, non siano coinvolti in qualche modo. O, per meglio dire, non possano intervenire in qualche modo.
Per tagliare la testa al toro, andando a vedere l’altro giorno i prezzi degli show di Springsteen al Madison Square Garden di New York, si trovavano alcuni biglietti, magari per posti situati un po’ in “piccionaia” (ma lì si vede quasi sempre bene, inoltre l’acustica è ottima), anche sui 300-400 dollari. Certo, non è il massimo, ma è pur sempre una possibilità meno irraggiungibile. E se il Rock è diventato ormai una “roba da ricchi” – e questo lo asserisco io perché è così – teniamoci stretti Claudio Trotta.

Torniamo alla musica. Accade spesso, e lo abbiamo scritto varie volte, che Springsteen attiri due tipologie di persone, anche tra i giornalisti: i detrattori e gli adoranti. Due categorie in cui è meglio – a mio parere – non rientrare. Per questo motivo, personalmente aspetto il nuovo album prima di giudicare, senza farmi bastare, ad  esempio, l’assaggio del singolo “Nightshift”, da pochi giorni disponibile in digitale.
Io aspetto tutto il resto, dunque “Soul Days” feat. Sam Moore, ma anche “The Sun Ain’t Gonna Shine Anymore” e “I Wish It Would Rain”. Sono solo alcuni titoli di un progetto che, letto su carta, mi pare proprio valga la pena di essere ascoltato nella sua totalità.

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