David Bowie, la sua arte rivive in un’esperienza immersiva

Non ci siamo scordati di David Bowie, non un solo istante. Ed ora, a proporci un’esperienza immersiva, e ben riuscita, nell’universo dell’artista di Brixton, scomparso nel 2016, è il regista Brett Morgen. Il suo docufilm “Moonage Daydream“, di cui molto si è parlato poiché è stato proiettato nei maggiori festival cinematografici riscuotendo consensi, recentemente è stato proposto in alcune sale italiane.
Il lungometraggio propone immagini di concerti, alcune rare, con brani, e momenti, iconici di Bowie. Non una biografia, dunque, e neppure – come invece hanno scritto alcuni – un epitaffio (quello che invece fu “Lazarus“, che il Duca Bianco scrisse quand’era già malato di cancro, enfatizzando tutta l’atmosfera che circola nel suo ultimo, inarrivabile  capolavoro d’addio alla vita – e sua celebrazione – “Blackstar“. Lo stesso trasformato nel 2015 in omonimo musical insieme al drammaturgo Enda Walsh).

Insomma, non solo Ziggy Stardust né le altre miriadi di “incarnazioni”, anche stilistico-musicali, di David Bowie. Ma molto, tantissimo altro. Cosa che, e questo è un merito, “Moonage Daydream” riesce a sintetizzare, a differenza di altri lavori spesso troppo didascalici o – per quanto interessanti – meramente biografici.
Per chi ama Bowie, o anche solo vuol conoscerlo più a fondo, sarà sufficiente lasciarsi andare… Morgen trasporta in un mondo lunare di sogni, colori, simboli, filosofie, musica, stupore, ma soprattutto emozioni. L’opera restituisce allo spettatore  un’esperienza compenetrante e innovativa rispetto a tutto quanto realizzato in  precedenza. Cosa che, ci scommetterei, a Bowie piacerebbe moltissimo.

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