Klimt, tanti possibili percorsi creativi attorno al Ritratto di Signora

Riflesso o non riflesso della teca che custodisce il Klimt, la strada che la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi dovrà percorrere e che si snoderà (in larga parte, ma non solo) attorno al Ritratto di Signora, è un percorso creativo che può dare vita a moltissimi approfondimenti. Il legame con la musica, così come con le altre discipline artistiche, è stato percorso con grande successo da musei e gallerie in tutto il mondo. Mi limito a una recente esperienza: a Palazzo Roverella di Rovigo ho avuto modo di visitare “Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle Avanguardie – Segantini, Boccioni, Kokoschka, Kandinskij”. Proseguirà fino al 4 luglio e, se potete, non perdetevela.

Grazie a una comunicazione capillare, sono incappata nell’invito ad approfondire questa straordinaria esposizione. Si tratta di una mostra-spettacolo, non solo da vedere ma da vivere, intessuta su una lunga storia di relazioni, intrecci e corrispondenze basate sulle interazioni tra l’elemento musicale e la pittura. Ed è chiaro come, in questo contesto, un pittore come Gustav Klimt sia coinvolto. Tanto che, in uno dei precedenti blog ed anche in un approfondimento sul quotidiano “Lbertà”, io stessa  avevo approfondito il legame con Beethoven, con l’omaggio del pittore attraverso il Fregio.

Ora, dopo qualche polemica, nei giorni scorsi sulle pagine del nostro quotidiano sono giunte anche proposte, speranze e buone idee per il futuro. Un futuro che, si spera, sia già dietro l’angolo. Certo, sarebbe molto bello se, a fronte dell’evidente necessità di un sostegno economico a varie attività future, a Piacenza si facesse vivo qualche altro mecenate all’altezza di Giuseppe Ricci Oddi. Qualcuno che, invece di aprire conti bancari all’estero, contribuisse, insieme agli enti locali che già lo fanno, a lasciare traccia. Non è solo il dipinto di Klimt a meritarlo, se non altro per tutte le vicissitudini vissute suo malgrado, e neppure la sola Galleria, qui è tutta la città ad aver bisogno di un rilancio. E, insomma, è un po’ come se al fianco di Gustav ci fossimo tutti noi.

Gustav Klimt ha vissuto e operato in un periodo talmente rivoluzionario da rendere possibile una serie di collegamenti straordinari. A partire dalla figura del compositore Gustav Mahler, la cui moglie Alma divenne la musa del pittore. Del resto, lei era una delle donne più ammirate di Vienna e ispirò molti altri artisti e intellettuali.

Mi fermo qui, per ovvie questioni di spazio, ma pensate a quante ramificazioni, architettoniche ma anche drammaturgiche e teatrali, potrebbero allargarsi a macchia d’olio a partire da questo incontro, che Klimt suggellò in alcuni ritratti molto famosi. Non ultimo, a livello musicale, alla genialità (a mio avviso, senza pari a livello di orchestrazione) di Gustav Mahler, che frequentava a sua volta il pittore così come altri intellettuali del periodo tardo-romantico che risiedevano a Vienna, tra cui l’artista Egon Schiele.

Concludo accennando solamente ai percorsi più “frivoli” ma altrettanto interessanti, e tuttora esemplari per la moda contemporanea, citando il rapporto stretto tra Klimt ed Emilie Flöge e alla collaborazione con la sua sartoria. Non a caso, il pittore viennese ispirò alcune collezioni di Gianni Versace ed altri stilisti riprendono regolarmente stilèmi iconici dei dipinti del pittore, in particolare dei suoi ritratti femminili con utilizzo dell’oro e di centinaia di altre sfumature. Pensiamo, solamente, alla leggerezza floreale del Ritratto di Signora o, nella prima stesura poi modificata del dipinto, al grande cappello nero e alla sciarpa con volant che copre una delle parti più seducenti del soggetto in questione, il suo lungo collo di cigno.

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