Quando il Quartetto Cetra omaggiava l’attivista afroamericana Angela Davis

“Le donne nere erano uguali ai loro uomini nell’oppressione che subivano; erano gli eguali sociali dei loro uomini all’interno della comunità degli schiavi e hanno resistito alla schiavitù con una passione pari a quella dei loro uomini”.
Oggi vi parlo di Angela Davis, della quale ho letto di recente “Women, Race & Class”, libro riedito dall’inglese Penguin, probabilmente anche in virtù dell’uscita del film su Gloria Steinem e della bella serie televisiva (migliore del film) “Mrs. America”, che  racconta la vera storia del movimento femminista nato negli Stati Uniti negli anni Settanta con lo scopo di far approvare l’ERA (l’Equal Rights Amendment, che sancisce il riconoscimento di pari diritti a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso). 
In questa serie, si parla anche di Angela. In molti, la conoscono anche grazie alla  canzone che John Lennon le ha dedicato nel suo album solista “Some Time in New York City” del 1972.
“Angela,
they put you in prison /Angela, they shot down your man /Angela, you’re one of the millions of political prisoners in the world”
(Angela, ti hanno messo in prigione /Angela, hanno colpito il tuo uomo /Angela, tu sei uno dei milioni di prigionieri politici nel mondo).

Spero vi sia di conforto (a me sì) sapere che oggi, a 77 anni, Angela Davis è ancora un’attivista. Dopo aver militato nel movimento afroamericano statunitense e nel Partito comunista degli Stati Uniti d’America fino al 1991, negli ultimi anni si è  tenacemente scagliata contro la degenerazione del movimento afrostatunitense verso il fondamentalismo islamico nonché contro il movimento delle New Black Panther Party, che ha riempito il vuoto lasciato dalla scomparsa delle laiche e progressiste Black Panthers, le Pantere Nere.
A rendere omaggio ad Angela Davis, non c’è stato solo Lennon. E’ stata persino raffigurata da Renato Guttuso e citata da Elio Vittorini e Jean-Paul Sartre.
Ma tra i molti omaggi, ce n’è uno portentoso: la prima canzone scritta per lei è del 1971, s’intitola “Angela” e fu scritta da Tata Giacobetti ed Antonio Virgilio Savona e incisa dal mitico Quartetto Cetra. Quando essere italiani era qualcosa di cui andare fieri.

 

 

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