Quando la musica fa rima con inclusione

Fateci caso. Ogni genere musicale contiene in sé una sorta di filosofia di pensiero, uno stile di vita. La musica non è fatta solo di note e canzoni, ma di sogni e speranze. Spesso, anche di veri e propri obiettivi. Lo sperimento quotidianamente e oggi voglio riportarvi una storia balzata alla ribalta delle cronache, che mi ha molto colpito. E’ quella di Gabriele Capponi, giovane e affermato dj, che ha perso l’uso delle mani e delle gambe a causa di un incidente quando era adolescente. In un bellissimo articolo della collega giornalista Tiziana Pisati, apparso sul Corriere della Sera, ha raccontato  molto di sé e del difficile percorso di rinascita.

Ho dovuto reimparare a mangiare, a bere, a muovermi, imparare ad amare la carrozzina (…) Realizzare i desideri impossibili dei ragazzi con disabilità, permettere loro di vivere non ai margini fino a sperimentare sport estremi

Gabriele, oltre a dedicarsi al deltaplano e al paracadutismo, ha fondato ed è una delle anime di Frega Project (www.fregaproject.it), associazione che vanta 5500 iscritti ed elabora progetti di inclusione sociale al ritmo di musica. Tutto ciò comprende progetti vari e differenti, di sensibilizzazione, ma anche l’organizzazione di eventi accessibili a tutti. La copertura delle spese è sostenuta grazie ai concerti di musica Techno.

La musica elettronica ci piace: ha un linguaggio universale capace di abbattere le barriere e unire le persone

Sì, è proprio così. Buon lavoro a Gabriele e a tutti i suoi collaboratori. Io, intanto, mi sono iscritta alla sua associazione. Il suo esempio era troppo bello per non essere ripreso anche qui.

 

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